Sarebbe ingiusto – prima ancora che sbagliato – pretendere che i sindaci di grandi città come Roma e Milano, con i problemi seri e complessi che si trovano di fronte, mettano il turismo fra le loro priorità.
Ma siccome Virginia Raggi (Roma) e Giuseppe Sala (Milano) sono due sindaci assolutamente “anomali” rispetto ai politici che di solito indossano la fascia tricolore, è lecito aspettarsi un approccio verso le politiche turistiche che sia finalmente innovativo e concreto. Tanto più che nei loro programmi elettorali, alla voce “turismo”, non ci sono scritte le solite banalità, ma qualcosa in più, evidentemente affidato a persone competenti in materia.
Mi permetto allora di rivolgere a Raggi e Sala – ma in fondo a tutti gli altri sindaci appena eletti – alcuni consigli per evitare ingenuità e partire invece con il piede giusto, guadagnandosi così la immediata fiducia, e collaborazione, degli operatori del settore.
- Non è vero che gli uffici di informazione turistica non servono più. Devono solo avere una diversa funzione: non solo informazione, ma gestione diretta di servizi di accoglienza di qualità, che sono la cosa più importante per una città turistica.
- Non è vero che il materiale cartaceo non serve più. State un giorno in una reception e ve ne accorgerete. Se non altro per valorizzare e comunicare i servizi di accoglienza ed i luoghi meno conosciuti.
- La comunicazione sui canali social è fondamentale. Ma, al pari della comunicazione cosiddetta tradizionale, non può sopperire alla mancanza di contenuti. Prima bisogna costruire i prodotti turistici da comunicare e poi attuare la strategia sui social.
- E’ giusto fare i “tavoli del turismo” con i rappresentanti delle categorie, ma non bisogna parlare solo con le associazioni di rappresentanza. Bisogna parlare anche con i singoli operatori: perché esigenze, richieste, sensazioni, priorità non sempre coincidono.
- Prima di spendere ogni singolo euro sul turismo, verificate che sia destinato davvero ai turisti e che contribuisca ad attirare persone da fuori, e non venga invece speso – lo so, è più comodo e vantaggioso – per dare soldi ai capobastone elettorale e per il consenso dei cittadini residenti, che sono quelli che votano.
- Concentrate le risorse sulla bassa stagione (novembre – marzo) quando tanti operatori si trovano veramente in difficoltà, realizzando appuntamenti che diano veramente lavoro ed indotto. E ricordate che, a livello internazionale, i settori in crescita sono: turismo sportivo, famiglie con bambini, terza età e turismo accessibile. Su questi si deve puntare.
Per il primo anno di lavoro, credo che possa bastare, no?