FIRENZE C’è il “nostalgico”, emigrato in giovane età che torna per un viaggio emozionale, l'”ambassador” che viaggia spesso in Italia, è autonomo e ambasciatore della cultura italiana all’estero; c’è il “discendente”, che vuole riscoprire la propria identità attraverso i luoghi e la storia familiare, e, infine, il “curioso”, non necessariamente con radici italiane, ma attratto dall’italianità. Questo è l’identikit del cosiddetto turista delle radici. Un business ancora tutto da scoprire e valorizzare, anche nella nostra Toscana.
Se ne è parlato questa mattina nel corso di un convegno organizzato a Firenze da Confcommercio Toscana e Italea Toscana, declinazione regionale di Italea, il programma lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale all’interno del progetto PNRR e finanziato da NextGenerationEU. L’iniziativa ha acceso i riflettori su un’opportunità strategica per l’Italia: valorizzare borghi e tradizioni per attrarre discendenti di emigrati.
“Un viaggio del cuore e una risorsa per il futuro”, ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
“A differenza del turista tradizionale, il turista delle radici non è attratto dalle mete più note, ma dalle località legate alla sua storia familiare. Questo significa, anche per la Toscana, che puntare su questa tipologia di turista equivale a valorizzare borghi, tradizioni e territori meno battuti, creando un ponte tra il passato e il futuro, tra chi è partito e chi ora ritorna – ha spiegato il presidente di Confturismo Toscana Confcommercio Daniele Barbetti -. Dobbiamo intercettare questi viaggiatori con un’offerta sempre più su misura, in grado di trasformare il ritorno a casa in un’esperienza indimenticabile. Convegni come questo di Firenze servono proprio a mettere in rete tutti i soggetti che compongono la filiera del turismo delle radici, dagli enti pubblici a musei, archivi, strutture ricettive e tutti i professionisti e le imprese del turismo potenzialmente interessati”.
L’età media di questa nuova tipologia di turista, chiamato “rootista” cioè “turista delle radici”, è tra 40 e 60 anni, l’origine è principalmente Nord America (USA, Canada), Sud America (Argentina, Brasile), Australia, Europa (Francia, Germania, UK) e per lo più è rappresentata da figli, nipoti o pronipoti di emigrati italiani.
Tra gli scopi del viaggio c’è quello della ricerca delle proprie origini e della storia familiare, la visita ai borghi natali degli antenati, l’incontro con parenti lontani, oppure esperienze culturali ed enogastronomiche autentiche e, in ultimo, l’interesse per la lingua e le tradizioni italiane. La permanenza media calcolata è calcolata tra i 12 e 15 giorni, con differenze tra chi visita solo la regione d’origine e chi include altre tappe. E il budget di spesa può variare tra 3.000 e 5.000 euro a persona, comprensivi di volo, alloggio, pasti, trasporti interni e attività.
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