Mannaggia ad Internet… Mi metto davanti al computer per questo mio blog settimanale ed ecco mi escono dichiarazioni a capocchia, che non posso assolutamente far passare sotto silenzio. Proprio perché disperanti sul modo in cui il turismo viene considerato in Italia.
La palma d’oro va senza dubbio a Diego Della Valle, patron della Tod’s e della Fiorentina, che ha lanciato l’idea di un portalone dedicato a turismo, cibo e moda, con parole che trovo così virgolettate su AdnKronos. «Chi ci impedisce di pensare che il Governo possa creare un grande portale che attacchi il turismo culturale e il turismo della bella Italia, del cibo, dei posti, a tutta una rete di aziende che possono essere viste a quel punto? Per cui se vai a Perugia c’è la chiesa pinco pallino, compri l’olio da questo signore qui e lì c’è quell’altro che fa delle belle borse, per dire».
Ecco, appunto, per dire: ce lo impedisce di pensare il fatto che sia una cosa assolutamente inutile, così come hanno dimostrato esperienze del genere già fatte a livello locale. Nel senso che informazione su ciò che un territorio offre è utile, anzi effettivamente ce n’è carenza, ma non sono queste soluzioni improvvisate a risolverla.
Tanti anni fa un assessore comunale mi propose la stessa cosa: prendiamo un turista, lo portiamo al mare, poi a degustare l’olio, poi a cena, ecc… Alla mia semplice obiezione: «Ma lei gradirebbe essere trattato così quando è in vacanza?», rispose che ovviamente no, lui voleva essere libero di andare e fare quello che gli pareva, ma tanto gli stranieri che ci capiscono… appunto…
Poi c’è Giorgia Meloni candidato sindaco a Roma, che invece ha trovato la soluzione per il turismo nella capitale: fare il Museum Mile (miglio dei musei) come a New York e le rievocazioni storiche ai Fori Imperiali. Et voilà, tutto risolto, andiamo oltre, invece di occuparsi di noiose politiche di accoglienza e di servizi ai turisti…
Né le cose vanno meglio a Milano, dove fra Giuseppe Sala e Stefano Parisi, fanno pari: la parola “turismo” appare ben oltre la pagina 60 dei loro programmi elettorali, quando ormai gli staff avevano già esaurito gli argomenti più importanti…