Turbativa d’asta sul servizio di smaltimento di rifiuti, un appalto da 140 milioni di euro, affidato dall’Ato Toscana Sud al raggruppamento di imprese Sei Toscana, è l’ipotesi d’accusa sulla quale lavora la Procura di Firenze che ha aperto un fascicolo nel quale sono già finiti i documenti acquisiti dalla Guardia di Finanza la settimana scorsa durante una serie di perquisizioni. Sette le persone indagate e, tra loro, Luciano Nataloni, ex consigliere di Banca Etruria. Secondo quanto anticipato oggi nelle cronache de La Nazione e de la Repubblica, in Sei il socio principale è Sta (Società Toscana ambiente), una holding di imprese cooperative tra le quali spiccano l’emiliana Unieco e le toscane Cooplat e Castelnuovese (questa guidata a lungo da Lorenzo Rosi, poi divenuto presidente di Banca Etruria).
Le perquisizioni Sulla gara il M5s della Toscana aveva presentato un esposto alla Corte dei Conti e un’interrogazione in Consiglio regionale. Le perquisizioni, sempre secondo quanto riportato dai quotidiani, hanno riguardato il direttore generale di Ato Toscana Sud, Andrea Corti, i commercialisti Eros Organni, Dario Capobianco e Nataloni, gli avvocati Marco Mariani e Valerio Menaldi e l’ex parlamentare dei Ds, attuale presidente di Sienambiente, Fabrizio Vigni.
Giannarelli: «Stanno accadendo cosec he ci danno ragione» «Ci sono indagini in corso: per fortuna la giustizia si sta muovendo, arriverà a una conclusione e vedremo che succederà». Lo ha detto Giacomo Giannarelli, capogruppo del M5s in Consiglio regionale, commentando la notizia dell’inchiesta della Procura di Firenze sulla gara dei rifiuti dell’Ato Toscana Sud, gara su cui il M5s della Toscana aveva presentato un esposto alla Corte dei Conti e un’interrogazione in Consiglio regionale. «Stanno accadendo cose che ci danno ragione – ha proseguito Giannarelli – uno studio dell’Antitrust, che individua dei paletti per la migliore gestione del servizio dei rifiuti, dà ragione a quanto il M5s ha sempre detto. I rifiuti, sostiene, devono essere gestiti per una popolazione non superiore ai 100 mila abitanti e non più di 90 mila tonnellate, la gestione deve andare a gara ogni 5 anni, e si ribadisce l’assoluto bisogno di dividere tra chi fa la raccolta e chi smaltisce il rifiuto».
Viti (sei Toscana): «Convinti del nostro operato» «Abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura e auspichiamo che si compiano al più presto tutte le verifiche necessarie a chiarire il procedimento di aggiudicazione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani nell’Ato Toscana Sud, la cui correttezza riteniamo che alla fine verrà dimostrata». Così il presidente di Sei Toscana Simone Viti commenta in una nota l’indagine della Procura di Firenze che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di accusa di turbativa d’asta in merito all’appalto sullo smaltimento rifiuti affidato dall’Ato Toscana Sud al raggruppamento di imprese Sei Toscana con Sienambiente capofila. «Siamo convinti della legittimità del nostro operato e siamo certi che, una volta esaminata la documentazione, sarà accertata l’assoluta regolarità dell’iter» aggiunge Viti specificando: «questa fase di approfondimento dell’indagine, avviata oltre 2 anni fa, è per noi, finalmente, un modo per far luce una volta per tutte sul nostro operato».
A disposizione della magistratura «Nella consapevolezza di aver sempre agito nel rispetto di tutte le leggi di settore, con l’obiettivo di dare ulteriore sviluppo e consolidamento all’attività del gestore unico, le due società e le persone coinvolte si sono messe a disposizione della magistratura con massima collaborazione e senso di responsabilità» sottolinea la nota stampa che poi conclude: «Sei Toscana e Sienambiente ribadiscono come i fatti di questi giorni, non interferiranno sulla qualità dei servizi erogati e sul lavoro e la professionalità delle proprie strutture».