Una delle notizie principali del Gr1 Rai di questa mattina è stata – ohibò – la ressa di gente a Via San Gregorio Armeno, a Napoli, per comprare le statuine da mettere nel Presepe.
Con tanto di intervista a venditori e visitatori, che si lamentavano del fatto che, essendoci troppa calca, si fanno pochi metri all’ora, non è possibile concentrarsi sugli acquisti e gli incassi sono inferiori rispetto alle aspettative.
La giornalista Rai rilanciava dunque la richiesta degli stessi venditori di mettere dei tornelli di accesso alle vie dei presepi, così da garantire un numero massimo di visitatori, “come se fosse un museo” (non scherzo: esattamente queste parole), che potessero godersi con calma l’esperienza ed acquistare così in maniera più massiccia.
Siccome sono perfido si natura, sono andato su Google a fare una piccola ricerca – eterno grazie a internet che non cancella nulla, ed eterno grazie a Tripadvisor che raccoglie le recensioni – ed ho trovato quello che immaginavo: ogni anno, a San Giovanni Armeno, c’è esattamente la stessa calca. Così dicono i visitatori del 2016, così già scrivevano i visitatori del 2015. E mica solo per 8 dicembre e dintorni. Già dalle domeniche di fine novembre, nelle ore centrali della giornata, è “impossibile” attraversare San Gregorio Armeno senza trovarsi al centro di una folla, effettivamente eccessiva. Ed i bravi recensori di Tripadvisor, già da due anni consigliavano di andarci nei giorni infrasettimanali, lontano dal Natale e – se proprio costretti in questo periodo – almeno la mattina presto, prima che arrivino i flussi più numerosi.
Capisco che adesso il tema dell’overtourism, cioè del numero eccessivo di turisti, sia di moda. E capisco che di lunedì mattina alle 8 anche il Gr1 abbia voglia di “alleggerire” la scaletta, e non parlare solo di Trump e Gerusalemme oppure Renzi e Salvini. Però, un attimo di ragionamento forse andrebbe fatto. E, possibilmente, in due direzioni.
La prima: se tutti scrivono, da anni, che per Natale a San Gregorio Armeno c’è troppa gente, non vi dovete poi stupire di trovarcela. Che poi, onestamente, nessuno di noi è eccentrico, e se ho voglia di andarci io, è probabile, anzi sicuro, che la stessa idea venga a tanti altri.
La seconda: ogni anno la stessa calca, ma senza che nessuno abbia preso un minimo provvedimento per regolamentare gli afflussi. Che poi mettere i tornelli sembra semplice, ma comprarli e metterli costa soldi, ci vogliono 2-3 persone per tornello per “dirigere le operazioni”, c’è da stabilire un tempo massimo di permanenza da quando si entra e si deve lasciare il posto agli altri, ci vuole un sistema telematico di conta di quanti escono e quindi possono entrare, ci vuole qualcuno che va a prendere i ritardatari e li invita – prima cortesemente e poi con le cattive ad uscire – ci vuole qualcuno che tenga buoni quelli che stanno fuori dal tornello…
Insomma, ci vorrebbe un dispiegamento di forze ed una organizzazione che – per rubare una battuta ad Enzo Biagi – lo avessimo avuto ad El Alamein, avremmo vinto la guerra…