«A me non sfugge la complessità del momento, ad aprile ho detto che il percorso di recupero e la durata sarà un qualcosa che durerà anni». Così l’ad di Mps Marco Morelli in assemblea rispondendo ad alcune osservazioni dei soci sull’attuale situazione e sul futuro della banca senese.
Perdita da 40 mld «Avevo ricordato che a fine 2016 erano stati persi 40 mld, 27-28 di raccolta e 12-13 di impieghi – ha proseguito Morelli -. Il sottoscritto e chi lavora con lui ha ben chiaro che, nonostante le circostanze siano molto complicate, lo sforzo e il lavoro che abbiamo fatto è stato fatto per portare Mps in posizione di poter ricamminare e riprendere a lavorare».
«E’ come guerra del ’15-’18» «Quanto dura l’agonia? Qui il tema è di realismo, la situazione di Mps è esplicitata nei conti. Questa banca nel 2017 si è dovuta occupare, perlomeno fino al 24 novembre, di portare a termine un qualcosa che si è rivelato molto più lungo e complesso rispetto a ciò che ognuno di noi prevedeva a dicembre dello scorso anno. Se qualcuno crede che il recupero della banca si possa fare in pochi mesi e ripristinarla posizione che aveva anni fa, sbaglia. Il percorso di recupero della banca durerà tantissimo tempo. Sarà come la guerra del ’15-’18, si sposta il sacco un metro avanti per poi portarlo indietro di due se piove una settimana. A noi è chiaro e deve esserlo a tutti, bisogna essere realisti. Questa è una banca che per anni è rimasta inchiodata in termini commerciali, e non ha fatto investimenti che andavano fatti, è rimasta bloccata e su questo non devono esserci fraintendimenti di sorta. Il nostro impegno è massimo, il management ha lavorato giorno e notte, sabato e domenica.
Futuro di fatica «Quale è il futuro aziendale? E’ un futuro di grossissima fatica. Raggiungeremo gli obiettivo del piano? Gli obiettivi vengono raggiunti se c’è un quadro di un certo tipo e c’è un lavoro molto intenso in cui dovremo fare delle discontinuità su alcuni modus operandi della banca. Io e il consiglio di amministrazione che si insedia valuteremo attentamente qualunque tipo di evento in tema di responsabilità di chi c’era prima e prima ancora. Alla luce dei fatti che emergeranno si riserverà qualunque tipo di misura e azione a tutela del patrimonio della banca. E’ ovvio che per prendere una serie di iniziative devono esserci delle evidenze chiare altrimenti si mette a rischio il patrimonio della banca. Da qui parte il Monte dei Paschi dopo un anno in cui grossa parte delle energie e delle forze della banca sono state impiegate per chiudere un momento molto articolato».