di Marco Buselli
Un’«opportunità da non disperdere». Definisce così il treno sulla tratta Cecina-Saline di Volterra, il sindaco di Riparbella Salvatore Neri. Agenziaimpress.it lo ha incontrato per commentare la situazione che sta vivendo il territorio pisano alla luce, il 13 settembre scorso, della soppressione della tratta che univa i 30 km da Cecina a Saline di Volterra.
Il Comune di Riparbella, con lei sindaco, ha impresso una svolta concreta per quanto riguarda l’attenzione al treno in chiave turistica, in particolare con l’iniziativa legata al treno a vapore da Pisa a Saline di Volterra. Lo giudica un aspetto da ripetere e approfondire?
«Assolutamente sì, tanto che quest’anno, pur in presenza dell’ostacolo Covid, siamo “tappa” del Treno del sale che si fermerà alla stazione di Riparbella domenica 1 novembre. I nostri territori, conosciuti soprattutto per i paesaggi agrari e le produzioni agricole di qualità, sono ricchi di storia e risorse che attraversano i millenni, dagli etruschi all’epoca industriale. Quello che abbiamo bisogno è di trovare i mezzi per far conoscere il fascino che ha sempre contraddistinto queste zone. Il Treno a Vapore è un mezzo anche in questo senso, un’opportunità ormai rara, quindi preziosa e da preservare, utile per distinguerci dalle offerte concorrenti e quindi da cogliere al volo»
Come considera la decisione unilaterale da parte della Regione e di Trenitalia, che ha portato alla chiusura della tratta ferroviaria senza neanche consultare i territori, come ha di recente evidenziato anche il sindaco di Montecatini Val di Cecina?
«Purtroppo, la frammentazione della politica e la perdita di un dibattito dove l’obbiettivo comune sia determinare una visione a medio termine capace di correggere le distorsioni portate da scelte limitate a visioni “hic et nunc” è un male diffuso. Noi sindaci siamo sopraffatti dai problemi quotidiani e abbiamo bisogno che delle strategie a lungo termine se ne occupino prima di tutto gli enti regionali. Sappiamo tutti che il mantenimento della linea ferrata ha dei costi notevoli, non è certo una novità di oggi. Quello che è mancato, a mio parere, è stato un progetto in cui la Regione, con Trenitalia e i Comuni coinvolti, pianificassero il futuro dell’infrastruttura».
Il suo è uno dei Comuni sede di stazione ferroviaria. Adesso che la tratta è stata soppressa e che si presentano, come si sarebbe potuto immaginare, i primi disagi, cosa chiede a Trenitalia e alla Regione Toscana?
«Da una parte ci sono i pendolari, soprattutto studenti, che sebbene possano non bastare per giustificare il mantenimento della storica linea ferrata, sono un punto fermo importante. Si tratta di trovare e investire su altri utilizzi del treno. Quello turistico, ad esempio, è sicuramente una delle possibilità e il Treno del Sale rappresenta un semplice esempio di quanto successo potrebbe avere. Penso inoltre che sia tempo di riprendere in mano il futuro delle “stazioni” dislocate sul percorso. Abbandonate da anni, poste in zone strategiche, sono un’opportunità per legare il treno alle attività outdoor come le bici e il trekking. Proprio pochi giorni Riparbella ha ufficializzato la propria partecipazione per le attività outdoor quale “Comunità Europea dello sport 2022”. Un treno che permettesse ai turisti “sportivi” di raggiungere le diverse stazioni della Val di Cecina da cui partire alla scoperta del territorio sarebbe un messaggio in linea con i necessari impegni contro i cambiamenti climatici, sarebbe in linea con le strategie turistiche del nostro territorio e quindi una opportunità da non disperdere».