L’associazione “Vittime del Salvabanche” chiede l’impegno tempestivo del governo e di tutti gli esponenti politici affinché si estenda, ai risparmiatori delle 4 banche coinvolte dal decreto del 2015 (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara, ndr), la medesima tutela riservata agli investitori del Montepaschi Siena con il decreto “Salva Risparmio”. Inizia così una nota invitata dall’associazione a firma della sua presidente, Letizia Giorgianni. «Si è generata una disparità di trattamento e di tutela per i risparmiatori coinvolti inaccettabile considerato che la tutela costituzionale del risparmio debba valere indistintamente per tutti i cittadini italiani – si legge nel comunicato -. Mentre infatti in questi giorni il governo ha deliberato l’intervento pubblico nell’istituto senese attuando una ricapitalizzazione preventiva garantendo così la massima tutela possibile anche a tutti gli investitori, per i 4 istituti ormai risolti il precedente governo ha scelto di non intervenire tempestivamente, permettendo così che la situazione patrimoniale degenerasse fino alla risoluzione ed il conseguente azzeramento di 130mila risparmiatori, che ancora oggi gridano giustizia, amareggiati ancora di più dal fatto, che alla luce della soluzione trovata per il Monte dei Paschi di Siena, apprendono con evidenza che la scelta del loro azzeramento non sia dipendente da vincoli UE come il precedente governo ci ha sempre riferito, ma univocamente ad una scelta politica del governo».
Disparità di trattamento Per le Vittime del Salva-Banche restano «incomprensibili» i motivi per i quali il precedente governo non abbia portato a termine il piano di salvataggio dei 4 istituti che prevedeva la ricapitalizzazione preventiva da parte del fondo di tutela dei depositi con soldi privati, intervento già deliberato e concordato con i commissari di Banca d’Italia. «Pur volendo infatti riconoscere la natura pubblica dell’intervento del fondo – riporta ancora la nota -, va osservato che i 4 istituti avevano in quel periodo ancora patrimonio netto di poco positivo, così come certificato dai commissari di Banca Italia, per cui erano soddisfatti i medesimi requisiti, oggi applicati per il Montepaschi, che consentono secondo le regole UE l’intervento, eventualmente di natura pubblica, di ricapitalizzazione preventiva. Un siffatto intervento avrebbe generato la conversione integrale in azioni degli obbligazionisti subordinati, così come oggi avviene per gli investitori dell’istituto senese, e non il loro azzeramento».
L’appello Alla luce di tutto questo, l’associazione Vittime del Salva-Banche propone un emendamento al decreto, che possa tutelare anche i risparmiatori delle 4 banche risolte che possa tutelare anche i risparmiatori delle 4 banche risolte attraverso l’emissione di un’obbligazione decennale senza interessi. «La soluzione proposta non impatta sulle finanze pubbliche in quanto la copertura dell’emissione di titoli senza interessi deriverebbe dalla cessione dei crediti deteriorati – conclude la nota -. Per cui non è in contrasto con alcuna direttiva europea inerente gli aiuti di stato».