SIENA – Confrontarsi per fare squadra e crescere, attraverso collaborazioni e sinergie in un’ottica di rete, finalizzate ad una sempre più efficiente presa in carico dei pazienti nell’ambito dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) del trapianto di rene.
È l’impegno ribadito dai direttori generali delle tre aziende ospedaliero-universitarie della Toscana durante l’evento “Trapianto di rene in Toscana. Confronto tra protagonisti”, tenutosi a Siena, alla Certosa di Pontignano.
Il numero dei trapianti di rene
Numeri importanti quelli del trapianto di rene in Toscana, specialistica che vede impegnate tutte e tre le aziende ospedaliero-universitarie del territorio: Aou Senese, Aou Careggi e Aou Pisana. Solo a Siena, dal 2000 ad oggi sono stati 1110 i trapianti di rene effettuati, di cui 1008 da donatore deceduto e 102 da donatore vivente. Più nello specifico, sempre all’Aou Senese, sono stati 39 i trapianti nel 2020 (35 da donatore deceduto e 4 da donatore vivente) e 32 nel 2021 (27 da donatore deceduto e 5 da donatore vivente). A Careggi sono stati oltre 1100 i trapianti di rene effettuati dal 1991 ai giorni nostri, 77 quelli relativi al biennio 2020-2021. Infine, all’Azienda ospedaliero-universitaria Pisana, sono stati 31 i trapianti di rene effettuati nel 2020 e 20 nel 2021.
Barretta: «Potenziare una rete trapiantologica altamente specializzata»
«La Toscana continua a lavorare in maniera sinergica e condivisa per potenziare una rete trapiantologica altamente specializzata in tutto il territorio, grazie al lavoro di squadra e con l’integrazione di competenze e professionisti – commenta il direttore generale dell’Aou Senese Antonio Barretta -. Un fattore molto importante per le attività di assistenza, didattica e ricerca. Nella nostra azienda, l’attività di trapianto di rene è stata avviata a maggio 2000 e, a dicembre 2003, è stata ampliata con il trapianto da donatore vivente – prosegue Barretta -: un ambito ulteriormente sviluppato, a partite da maggio 2010, con l’utilizzo di tecniche laparoscopica mini-invasiva e robotica. Bastano questi pochi elementi esplicativi per raccontare la grande storia del nostro centro trapianti – conclude il professor Barretta -: una tradizione di cui siamo fieri e che, con il lavoro incessante dei nostri professionisti, vogliamo portare avanti in maniera sempre più specializzata e performante. Il tutto, ovviamente, al servizio dei nostri pazienti e cittadini».
Damone: «Impegno costante nell’evoluzione tecnologica»
«Careggi contribuisce allo sviluppo della Rete toscana trapianti sia con le attività di prelievo che negli interventi di trapianto, migliorando costantemente le procedure organizzative – ricorda il direttore generale dell’Aou Careggi di Firenze Rocco Damone –. Un ruolo importante è rappresentato, come azienda ospedaliero – universitaria, dalla ricerca con l’impegno costante nell’evoluzione tecnologica, particolarmente intensa nella chirurgia urologica del trapianto renale e con la formazione di nuove competenze, in grado di contribuire in maniera determinante all’evoluzione del sistema toscano trapianti».
Briani: «Pisa ha una storia importante sui trapianti»
«Pisa ha una storia importante sui trapianti – dichiara il direttore generale dell’Aou Pisana Silvia Briani -. Sul trapianto di rene, in particolare, l’anno prossimo saranno trascorsi 50 anni dal primo, effettuato nel 1972 dal professore Mario Selli, che ha creato una scuola il cui testimone è stato raccolto negli anni dal professore Franco Mosca e dai suoi allievi fino ad arrivare a oggi, ai traguardi anche mondiali che sono stati tagliati dal professore Ugo Boggi e dal suo staff non solo in termini di tecniche chirurgiche, sempre più avanzate e mininvasive con l’utilizzo del sistema robotico, ma anche dal punto di vista della modalità di reclutamento dei donatori (cross-over, donazione samaritana ecc.). Il tutto – prosegue Briani – rimanendo nell’ambito della donazione da vivente, che è la vera sfida, con il primo trapianto da vivente che, in Aoup, è stato effettuato con successo ormai più di 20 anni fa (nel 2000). Oggi la prospettiva quindi è di guardare avanti con sempre maggiore fiducia, non dimenticando il supporto fondamentale di tutte le altre specialistiche coinvolte in ogni trapianto e lavorando in sinergia nell’alveo del PDTA regionale, con l’Organizzazione Toscana Trapianti (OTT) e con gli altri centri toscani che effettuano trapianti di rene come noi».
Rosati: «Il paziente viene seguito in tutte le fasi della malattia»
«L’adozione di un Programma Regionale di Trapianto Renale esalta il ruolo della rete fra centri trapianto e nefrologie territoriali, nell’ottica della presa in carico dell’insufficienza renale cronica a 360 gradi – sottolinea Alberto Rosati, coordinatore regionale dei programmi di trapianto di rene -. Il paziente viene seguito in tutte le fasi della malattia e accompagnato al trapianto grazie ad una sinergia fra professionisti delle varie aziende. Condivisione di protocolli, grande attenzione alla comunicazione e all’informazione del paziente, competenza professionale in tutti i nodi della rete, percorsi riabilitativi efficaci sono gli strumenti che abbiamo scelto per costruire il sistema trapianti dei prossimi anni».
Peris: «Evoluzione di un modello sempre più integrato ed efficiente»
«Il Sistema toscano è una rete di competenze e tecnologie integrata con il Servizio sanitario toscano e quindi in grado di adattarsi all’evoluzione dei bisogni assistenziali, grazie all’interazione, sempre più efficace fra le Aziende e quindi fra le competenze professionali – dichiara Adriano Peris, direttore Organizzazione Toscana Trapianti -. Il costante miglioramento dei percorsi e la continua evoluzione delle tecnologie sono le basi per l’evoluzione di un modello sempre più integrato ed efficiente».