FIRENZE – La pandemia ha scoperchiato tante pentole. Quella della sanità, su tutte, ma anche il gap digitale tra le varie zone del Paese: uno dei più arretrati a livello europeo. In soccorso è arrivato il Pnrr e gli investimenti destinati alla transizione digitale.

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Pianificazione che ha visto in prima fila anche la Toscana. Una fotografia di quando fatto fino è stata scattata da Regione, Anci e Upi. Dalla ricerca emerge che il 17 per cento dei Comuni toscani ha già un documento per la transizione digitale approvato e il 31 per cento lo sta redigendo. Quanto alle Province, otto su dieci lo hanno già deliberato. Oltre quaranta Comuni hanno affrontato il tema dell’alfabetizzazione informatica dei cittadini con sportelli dedicati e più di cinquanta con iniziative dedicate alla terza età, ma anche rivolgendosi in più occasioni a giovani, studenti, stranieri, professionisti ed imprese. Oltre 140 sono invece quelli che hanno dichiarato di avere iniziative di wi-fi pubblico.

Quanto al cloud, ovvero lo spostamento di app, applicazioni e banche dati nella ‘nuvola’, un comune su quattro (26%) dichiara di avere una migrazione già in corso – il 5 per cento l’ha già anche già completata – e il 60 per cento richiede un supporto di formazione. “La digitalizzazione della pubblica amministrazione è una sfida fondamentale per il futuro del paese – ha commentato Filippo Vagnoli, delegato Anci Toscana per l’innovazione e sindaco di Bibbiena -. Questa importante ricerca, a cui hanno di fatto risposto tutti i Comuni toscani, da un lato mostra che c’è ancora molta strada da fare, dall’altro fa capire quanto i Comuni si stiano impegnando per superare un gap che purtroppo arriva da lontano e che si sente in particolare nei piccoli centri”.

Situazione in chiaroscuro delineata anche da Francesco Puggelli, sindaco di Poggio a Caiano e presidente della Provincia di Prato, intervenuto in rappresentanza di Upi: “Partiamo da un deficit conoscitivo sulla materia piuttosto importante, che va superato. Ampliare le competenze interne agli enti è il primo obiettivo da affrontare per portare la Toscana nel futuro. Ma subito dopo, per evitare un approccio a macchia di leopardo, serve una strategia coordinata.