Muore sommerso da una tonnellata e mezzo di marmo, mentre lavora in una cava nel bacino di Torano, a Carrara. E’ il quarto incidente mortale del 2016 che avviene sulle cave apuane: «una mattanza indecente», come è stata definita dal Governatore della Toscana Enrico Rossi.
L’incidente. Mauro Giannetti aveva 46 anni e stava per diventare padre. Faceva il cavatore all’interno della ditta di famiglia, con il fratello, titolare di cava 5 e pochi altri colleghi. Il blocco di marmo era già al sicuro, poggiato nel piazzale della cava, a terra, quando una scheggia di quasi due tonnellate si è staccata sbriciolandosi, come fosse una frana, addosso all’operaio. Inutili i soccorsi e i tentativi di estrarre vivo il lavoratore da quelle macerie di marmo. Cava 5 è incastonata a 1000 metri d’altezza nel parco delle Alpi Apuane: non ci si arriva se non con mezzi attrezzati, pick-up e quattro ruote; neanche la pubblica assistenza di Carrara è riuscita a salire fino al luogo dell’incidente per trasportare a valle il corpo dell’operaio.
Marmo, morte e cultura. Sono da poco passate le 13 quando il blocco di marmo si disintegra sopra l’uomo, soffocandolo senza speranza, mentre in città, nella bianchissima sala Marmotec, del complesso fieristico di Carrara Fiere, il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini era atteso per un incontro sul referendum costituzionale. «Un sì per rafforzare la cultura del marmo nel mondo»: un titolo che è apparso quanto mai beffardo, in un giorno in cui accanto alla parola ‘marmo’ torna ad esserci la parola ‘morte’. Altro che cultura. Il ministro ha immediatamente annullato l’evento dichiarando: «Oggi non c’è spazio per lo scontro politico. Ci vuole rispetto per la morte di un lavoratore». Poi ha lasciato Carrara, mentre la Procura della Repubblica apriva un’inchiesta sull’incidente e i sindacati si organizzavano per l’ennesimo sciopero di tutte le cave di marmo del distretto, previsto per domani martedì 29 novembre.
Quattro morti in un anno. Uno strazio senza fine a Massa Carrara, dove sono morti nel solo 2016, quattro operai: Roberto Ricci Antonioli e Federico Benedetti, sommersi da tonnellate di marmo il 15 aprile del 2016 nel bacino di Colonnata; Carlo Morelli schiacciato da una lastra di marmo il 9 maggio in un laboratorio nella zona industriale di Massa e oggi Mauro Giannetti, ultima vittima dell’escavazione nelle cave di Carrara. La Cgil Toscana chiede «giustizia» per le troppe morti banche, Confindustria aspetta «nuove regole per più alti standard di sicurezza» e il presidente Rossi non si lascia pregare.
La Regione e la sicurezza in cava. «Intensificheremo il lavoro tracciato per la sicurezza in cava, per il quale abbiamo stanziato due milioni e mezzo di euro- dichiara Rossi- formeremo tutti gli operatori del distretto alla sicurezza, a cominciare dai lavoratori; vigileremo ripetutamente su tutte le cave, verificando l’adozione dei dispositivi di protezione individuale e collettiva; verificheremo la conformità delle macchine ai requisiti essenziali di sicurezza; vigileremo sul rispetto dei protocolli sanitari e sulle operazioni di movimentazione. Alla famiglia dell’operaio e a tutti i lavoratori del distretto – conclude Rossi – esprimo la vicinanza e la solidarietà mia e della Toscana tutta».