La Procura di Arezzo ha aperto un fascicolo e ha disposto l’autopsia sul corpo del bambino di 2 anni che ha perso la vita ad Arezzo nella notte tra lunedì e martedì probabilmente intossicato da esalazioni di monossido di carbonio. Oltre alla stufetta sotto attenzione sono finiti anche i motori di alimentazione, all’esterno del furgone, usati per dare energia elettrica ai frigoriferi e ai forni del mezzo.
La tragedia A meno di un passo dai propri genitori, il bimbo si è spento nel retro di un furgone attrezzato per preparare e vendere panini sulla statale 73 Senese-Aretina, nella zona di San Marco. Non avendo nessuno a cui lasciarlo, i genitori lo avevano portato con sé a lavoro. Lo avevano messo a dormire all’interno dell’abitacolo riscaldato da una stufetta, mentre loro lavoravano. Erano circa le 23 i genitori si sono accorti che il bimbo non respirava più. Inizialmente pensavano che dormisse, ma dopo qualche attimo è scattato l’allarme e la telefonata al 118. Subito i genitori hanno provato a rianimarlo sotto la guida del telefonista dell’emergenza medica, ma invano. All’arrivo dell’ambulanza anche il dottore ha provato il possibile per far respirare il piccolo, ma niente da fare. Allora è iniziata la corsa verso l’ospedale di Arezzo a sirene spiegate. Al San Donato lo aspettava una squadra di rianimatori che è intervenuta con tutti i mezzi a disposizione dell’ospedale nel tentativo di salvarlo. Solo dopo mezzanotte i medici si sono dovuti arrendere.