Favolose auto d’epoca attraversano la Toscana da sud a nord, toccando Siena, Volterra, Pisa e Lucca. È il percorso della terza tappa della Mille Miglia in programma sabato 17 maggio in location assai legate alla tradizione e celebre kermesse automobilista che, dal lontano 1927, richiama in Italia collezionisti e appassionati delle quattro ruote da tutto il mondo (leggi).
Mille Miglia in Toscana Le note “Frecce Rosse” indicheranno la via ai partecipanti che, partiti da Roma e diretti a Bologna, attraverseranno i consueti passaggi a Ronciglione, Viterbo, Radicofani e Siena. Superata Siena, il road-book indicherà di svoltare a sinistra, verso Volterra, Pisa e Lucca. Come nel 1947 e 1948, dopo il passaggio sotto la Torre pendente, la Freccia Rossa ritornerà verso est, per affrontare i Passi della Futa e della Raticosa, fino a Bologna. Gli equipaggi poi pernotteranno nel centro storico della città felsinea, da dove ripartiranno la domenica mattina per la tappa finale che li ricondurrà a Brescia.
Storia e tradizione a quattro ruote Sommando le 24 edizioni di velocità dal 1927 al 1957 (13 prima della Seconda Guerra Mondiale e 11 dopo il 1947), le 3 con la formula dei rally (1958, 1959 e 1961) e le 31 rievocazioni dal 1977 al 2013, quella del 2014 sarà la cinquantanovesima competizione automobilistica a portare il nome Mille Miglia. Come sempre, si tratterà di un’occasione per gustare il meglio dell’ospitalità italiana, attraverso scenari artistici e naturali di straordinaria bellezza: il tutto, condito dal passaggio di 430 vetture d’epoca. Marco Makaus, consigliere delegato di 1000 Miglia Srl, ha dichiarato: «Sin dallo scorso anno, il nostro impegno è stato quello di mantenere inalterato lo spirito della Freccia Rossa, con ancor maggior attenzione alla tradizione della nostra grande Corsa. Per questo, la Mille Miglia è stata improntata al rispetto degli aspetti storici e sportivi, alla sobrietà e alla sicurezza. Tutto ciò ci ha indotto ad introdurre alcune novità nella Mille Miglia 2014, pur cercando di rispettare la leggenda che siamo stati chiamati a custodire e celebrare».