Si faceva pagare tra i 3.000 ed i 5.000 euro per ogni clandestino con la promessa di farli arrivare in Italia. La polizia ha arrestato a Lucca un latitante somalo, ricercato da circa due anni dalla Procura di Trieste, perché facente parte di un gruppo criminale composto da cittadini somali dedito al traffico di esseri umani. L’uomo, 28enne originario di Mogadiscio, nome in codice Nasir, giunto sulle coste siciliane nel giugno del 2011 a bordo di un barcone proveniente dalla Libia, aveva risalito la penisola stabilendosi a Trieste, dove aveva chiesto ed ottenuto un permesso di soggiorno.
Trafficanti ospitati nei centri Caritas L’organizzazione prelevava i clandestini prelevava di notte nei boschi a ridosso del confine di Stato, per poi accompagnarli alla stazione ferroviaria di Trieste, oppure a quella di Milano o all’aeroporto di Roma Fiumicino con destinazioni finali i Paesi del nord Europa. Le indagini, condotte dai poliziotti della polizia di frontiera di Trieste, avevano ben presto ricostruito le rotte e le modalità del traffico. Secondo l’informativa di reato, i componenti della banda erano tutti apparentemente ben inseriti e qualcuno di loro, simulando apparente stato di bisogno, era ospite da tempo dei centri della Caritas; per sei di questi il Gip, su richiesta della Dda di Trieste, aveva ordinato l’arresto in custodia cautelare in carcere.
Tradito dalle impronte digitali Il 28enne somalo era sfuggito alle catture, eseguite dalla polizia triestina nel giugno del 2013, e per due anni ha vissuto da latitante fino a che, ad un controllo congiunto della Squadra Mobile e dell’Ufficio immigrazione della Questura di Lucca, è stato individuato grazie alle impronte digitali. L’uomo era ospitato da alcuni connazionali nel quartiere di Sant’Anna.