Dal 2 marzo sino al 9 giugno si aprirà al pubblico la mostra “Antonio Ligabue. Istinto, genialità e follia”, organizzata dal Lu.C.C.A., Lucca Center of Contemporary Art. L'evento espositivo, curato da Maurizio Vanni in collaborazione con Giuseppe Amadei, vuole ripercorrere attraverso circa 80 opere legate alle differenti tecniche espressive (olio su tela, disegni, grafiche e sculture) la storia di uno degli artisti più controversi e imprevedibili della storia dell'arte del Novecento: Antonio Ligabue. Un percorso cronologico e stilistico esaustivo, tracciato con la consulenza di Sergio Negri, responsabile dell'autenticazione e della catalogazione generale delle opere di Ligabue, che vuole indagare l'uomo-artista insieme al rapporto tra arte e follia. In esposizione anche tre inediti del grande maestro: un motivo per rendere ancora più suggestiva e originale una delle manifestazioni del Lu.C.C.A. più attese dell'anno.
 
L’esposizione L'idea alla base della mostra è legata alla consapevolezza della grandezza di un artista che ha realizzato le sue opere migliori in stati di precaria lucidità. Alterazione mentale? Lucida follia? Genialità compulsiva? Incontrollabile e passionale vena creativa o semplicemente una fusione tra le dimensioni della realtà e del sogno? Tante sono le domande a cui si cercherà di dare una risposta attraverso i saggi in catalogo, in particolare quello del neuropsichiatra ed esperto di neuroestetica Gianfranco Marchesi, per comprendere la genialità di Ligabue, inserita in una forma cerebrale tutt'altro che prevedibile.
 
Ligabue, diverse chiavi di lettura Per approfondire la vita dell'artista, saranno proiettati due documentari sulla figura di Ligabue per la regia di Raffaele Andreassi (“Lo specchio, la tigre e la pianura”, vincitore dell'Orso d'argento di Berlino 1961, e “Antonio Ligabue pittore” del 1962) che lo ritraggono nei suoi luoghi, Gualtieri e le campagne reggiane. Inoltre, alla Fondazione Mario Tobino sarà proiettato il film tv “Ligabue” del 1977, per la regia di Salvatore Nocita, in occasione di un convegno legato al rapporto tra arte e follia. La mostra permetterà di capire se geniali e folli si diventa, oppure se sono le condizioni sociali e del quotidiano a trasformare l'equilibrio mentale di una persona estremamente sensibile. «Ligabue – scrive il curatore Maurizio Vanni nel suo saggio – è un randagio della cultura, un artista libero dentro che, alla vulnerabilità emotiva congenita, ha unito grandi tragedie personali vissute nell'infanzia e nell'adolescenza. Un artista coerente, fedele solo a se stesso, capace di interagire con il flusso continuo, irregolare e talvolta estremo delle emozioni che sentiva dentro di sé, senza doverle controllare».