Foto di Susanna Danisi

«Il bello della democrazia è che decidono i cittadini, hanno deciso i cittadini ad Arezzo a Grosseto a Pistoia, pochi giorni fa a Pisa a Massa e a Siena, se ci aggiungiamo Firenze e la Regione non spetta a me decidere, saranno i toscani a  decidere se la Regione andrà avanti ad essere governata come è stata governata fino ad oggi oppure se come tutte le altre città cambierà colore però io il ministro lo faccio a  disposizione di tutti, di tutti i sindaci e di tutti i governatori nei limiti del possibile risolvendo i problemi laddove si possono risolvere e poi la democrazia è belle perché decidono i cittadini». Così il vicepremier Matteo Salvini a Siena, in occasione della visita nell’azienda agricola di Suvignano confiscata alla mafia, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se dopo la vittoria alle amministrative la Lega “puntasse” anche alla Regione Toscana.

La stoccata al Governatore Non manca però la stoccata all’attuale governatore Enrico Rossi: «Un’immigrazione controllata e limitata è un valore aggiunto, l’immigrazione alla Enrico Rossi è il caos» ha detto il ministro dell’Interno. Se per gli immigrati «dovessimo fare quello che dice Enrico Rossi, Dio ce ne scampi. Io mi domando come fa un governatore, di una terra come la Toscana a dire che in Toscana senza i migranti c’è un deserto di miseria», ha aggiunto. «Poi io faccio il ministro dell’Interno e sono a disposizione di tutti i sindaci e di tutti i governatori ma mi sembra una mancanza di rispetto per i milioni di italiani e di toscani dire che sarebbe una landa desolata in preda a carestie e pestilenze» ha proseguito Salvini che poi, a proposito del funzionamento del così detto modello Toscano per l’immigrazione, fatto di piccoli centri diffusi, ha risposto sorridendo: «a giudicare da come hanno votato i cittadini toscani a Massa, Pisa e Siena direi non tantissimo. Perché se il Pd riesce a perdere a Pisa, Massa e Siena vuol dire che qualcosina non funziona. Però, ripeto, i cittadini sono sovrani e più di me e di Rossi decidono i toscani».

Lode al Palio Interrogato dai giornalisti sul Palio al quale ha assistito ieri, Salvini ha risposto: «Bellissimo, qualcuno si innervosiva perché ci mettevano tanto a partire però è più bello e poi anche qualche litigio nei limiti del possibile ci sta perché è il bello delle rivalità dei campanili, è il bello dell’Italia. Son contento per il Drago, non dico per chi tifavo perché sennò mi alieno le simpatie degli altri 16 e spero di tornarci».

In ricordo di Falcone, Borsellino e Livatino Nell’azienda confiscata alla mafia, Salvini ha poi sottolineato: «Per me la lotta alla mafia significa ricordare Falcone, Borsellino e il giudice Livatino, quella è l’antimafia dei fatti. Qualcuno la lotta alla mafia la fa in modo diverso… non sta a me giudicare. La mafia non è più quella della coppola, ormai è in tutta Italia, va combattuta e bisogna dimostrare che lo Stato è più forte». «Soprattutto per le aziende mi interessa rimetterle subito in circolo e creare posti di lavoro», ha aggiunto ringraziando quanti «hanno gestito quest’azienda in questi anni: vorrei che ci girassero migliaia di persone per far vedere che lo Stato è più forte». «La lotta alla mafia sarà una priorità mia e del Governo. Mi piacerebbe essere ricordato, alla fine del percorso, come uno che più di altri ha combattuto camorra, ‘ndrangheta e mafia» ha poi evidenziato il vicepremier che ha poi concluso: «Dobbiamo lasciare questi signori in mutande, perché l’unico modo di combattere la mafia è sequestrargli tutto: macchine, aziende, negozi, ristoranti».