ROMA – Toscana sempre più terra di industrie nel settore farmaceutico e, conseguentemente, di addetti. A certificarlo la mappa della presenza farmaceutica sui territori italiani presentati all’Assemblea nazionale di Farmindustria a Roma, secondo cui la Toscana è la terza regione in Italia, dopo Lombardia  e Lazio, con più di 7.700 addetti diretti e quasi 9.200 nell’indotto, seguita dall’Emilia-Romagna, che conta 4.800 addetti e oltre 5.700 sono gli occupati nell’indotto.

Sono invece Lombardia e Lazio a trainare la presenza delle farmaceutiche in Italia. Dei 68.600 addetti al comparto nel 2022, oltre la metà, 37.000, sono residenti in queste due regioni. A seguirle, la Toscana che ha tanti dipendenti quanto 5 regioni del Centro-Sud insieme, ovvero meno di 8.000. Va però a Ascoli Piceno, nel 2022, il record di prima provincia per export, con oltre 9 miliardi.

Le scienze della vita in Toscana Più di 350 agenzie associate, 12,7 miliardi di euro di fatturato annuo totale. E ancora, 2 miliardi di euro di export, 37.000 metri quadrati di laboratori, più di 800 brevetti, 32 infrastrutture di ricerca, 14 enti di ricerca e 6 centri servizi.

Sono i numeri del Distretto tecnologico delle scienze della vita in Toscana, terra di ricerca e innovazione, nato nel 2011 con l’intento di creare nuove opportunità e sviluppo e per concorrere alla crescita della competitività della regione. Un cluster creato sotto l’impulso della regione Toscana, coordinato e gestito dalla Fondazione Toscana Life Sciences, e che riunisce tutti i partner pubblici e privati attivi nei settori delle biotecnologie, della farmaceutica, dei dispositivi medici, dei nutriceutici, dei cosmeceutici e delle TIC applicate alle scienze della vita.

Grazie al distretto, numerosi ricercatori e talenti altamente qualificati possono relazionarsi tra loro, realizzando attività orientate allo sviluppo di un’economia sostenibile rivolta al futuro della società e del pianeta. Un vero e proprio hub che ha tra i suoi obiettivi, quello di valorizzare i risultati delle attività di ricerca, sostenere la creazione di startup innovative, mantenere la produzione di un mercato di idee ma anche di facilitare l’accesso alle infrastrutture e ai servizi presenti sul territorio per le imprese, supportare le imprese stesse nell’individuare e anticipare i trend strategici nazionali.

Un settore che ha il suo massimo sviluppo nelle tre aree metropolitane di Firenze, Pisa e Siena forte di un sistema di ricerca regionale che vede ogni anno circa 30.000 neolaureati specializzati nei settori della tecnologia e delle scienze. Tra i macro settori leader quello dei vaccini, dell’immunologia, dell’oncologia, del cardiovascolare, biorobotica e neuroscienze. Proprio in periodo Covid il Mad Lab della Fondazione Toscana Life Sciences, per primo, avviò la sperimentazione sugli anticorpi monoclonali. Molti i settori di applicazione: dalla microbiologia alla bioingegneria, dalle ICT applicate alle scienze della vita alla medicina nucleare passando dalle tecnologie per la diagnosi e l’analisi genetica fino alle nanotecnologie.

Un mondo, quello delle scienze della vita in Toscana, che rappresenta soprattutto un comparto economico da 350 agenzie associate, 4 incubatori d’impresa, 120 mila studenti, 49.000 impiegati. Il Distretto tecnologico toscano delle scienze della vita è ormai una realtà di riferimento anche a livello nazionale. Ma non è solo questo. Il distretto ha, infatti, tra i suoi compiti quello di contribuire alla crescita della competitività del territorio pianificando attività integrate di ricerca e sviluppo attorno a progetti innovativi. Al raggiungimento di questi obiettivi concorrono molti attori dell’ecosistema delle scienze della vita, dalle aziende dei settori affiliati come startup, spinoff e i principali attori dell’industria farmaceutica, alle università toscane con Firenze, Pisa e Siena in testa; e poi ci sono le scuole secondarie di secondo grado come la Scuola di Alta Formazione Sant’Anna, la Normale di Pisa, l’Istituto di Alti Studi Imt di Lucca e gli istituti del CNR, le aziende sanitarie locali, le fondazioni, i centri di servizio e altre strutture di ricerca pubbliche e private.

L’industria farmaceutica italiana è composta da imprese sia grandi, che piccole e medie, che hanno un forte radicamento sul territorio nazionale; il 40% del settore è composto da imprese a capitale italiano, il 60% a capitale internazionale. La loro presenza, pur se maggiormente concentrata in alcuni distretti, è diffusa nelle regioni.