Stiamo vivendo un momento particolare, delicato, difficile, dove sembrano smarrite tutte le certezze e le speranze, dove la strada tracciata sembra persa. Una sorta di terra di confine in cui “apparire” è la meta, in cui molti sono disposti a dare battaglia per i famosi 15 minuti di celebrità previsti da Andy Wharol. Una linea in cui si parla meno e si scrive di più, talvolta troppo: i social networks lanciano “mode” e “miti” che si consumano in pochi giorni, tutti sono esperti di tutto e i bersagli di turno vengono attaccati in massa con “sentenze e pene” troppo spesso false e sproporzionate.
Proprio oggi, nel 1907, nasceva Altiero Spinelli, uomo di visione, che pensava al cammino comune, alla libertà del singolo, uno dei massimi ispiratori di un’Europa unita politicamente. Sua la frase: «La civiltà moderna ha posto come proprio fondamento il principio della libertà, secondo il quale l’uomo non deve essere un mero strumento altrui, ma un autonomo centro di vita». E troppo spesso, come dimostrano tanti “leoni da tastiera” sui social network, finiamo per essere strumenti nelle mani di altri, facendo la figura dei “webeti” per dirla con Mentana. O con Eco.
Ma dove è finita la nostra storia? Dove si nascondono oggi i nostri valori?
Non credo siano perduti, anzi. Io credo che solo la costante consapevolezza del proprio passato possa dare fiducia per alla propria proiezione ed immagine futura. Solo il passato conserva i segreti dell’avvenire. Su e giù per le antiche scale, si trova una porta segreta che conduce al futuro. Cercala, trovala e oltrepassala. Ma fai attenzione; devi diventare Giano Bifronte per guardare il futuro senza togliere gli occhi dal passato.
Credo sia possibile librarsi in volo, verso la propria felicità, solo se si conoscono le proprie radici.
La mia radice è la Toscana. Una regione unica per storia e cultura, patria di grandi personaggi e creatrice di quel “buon vivre toscano” che è una miscela magica di gastronomia vera e grandi vini, prodotti d’eccellenza e qualità dell’ambiente. La Tuscanitas è il simbolo dello slow life, della bellezza e del gusto. Basti pensare a Firenze, la culla del Rinascimento che con la sua bellezza incanta ed inspira (e che forse, aprendo di più l’orizzonte, cercando di guardare al presente oltre che al passato, potrebbe essere nuovamente una città protagonista di valori e intuizioni).
Dostoevskij diceva «la bellezza salverà il mondo» e contemplava la splendida Madonna di Raffaello come terapia personale, perché senza di questa avrebbe disperato degli uomini e di se stesso, davanti ai tanti problemi che vedeva. Il passato e le opere umane, quindi, come terapia, come credo profondo per poter rivolgere gli occhi al futuro. E per chi è fortunato come me, la Toscana, la mia radice.
La Toscana è terra di borghi magnifici, dove il tempo sembra essersi fermato, dove tutto l’affanno ed i problemi del mondo sembrano lontani, dove i ritmi sono dettati dallo scorrere delle stagioni, dai tramonti mozzafiato, dove ancora i rapporti umani sono importanti e ci si sveglia al canto del gallo: luoghi dell’anima, da cui non vorresti mai andare via e dove non vedi l’ora di tornare.
In Toscana siamo fortunati perchè ancora in molti posti si può ascoltare il fruscio del vento, mentre il suono delle campane ti indica che è l’ora di andare a pranzo. Per incontrarsi e scambiare due chiacchiere si va al circolino, si suona al vicino di casa per portare con orgoglio le primizie appena colte dall’orto. Qui ancora l’onore, la solidarietà, la condivisione sono termini conosciuti e una parola magica, “felicità”, può trovare più facilmente espressione. «Quando siete felici fateci caso» diceva Kurt Vonnegut, riducendo questa emozione alla esaltazione delle piccole cose. E in Toscana chiunque può farci caso, se lo vuole.
Dobbiamo tutelare e promuovere questo immenso patrimonio di valori che ci sono stati tramandati al pari delle opere d’arte che troviamo nei nostri bellissimi musei, ed in questo momento di smarrimento dobbiamo ripartire proprio da questi, cercare di ritrovare la strada della tolleranza, della condivisione, imparare ad essere felici per le piccole cose.
La Toscana è una meta dell’anima, i suoi luoghi pregni di storia stimolano riflessioni profonde, riportano alla realtà e a ciò che lasceremo in eredità. Emozionante è camminare nelle sue strade bianche: impolverarsi le scarpe in estate o infangarsi in inverno ci fa tornare con i piedi per terra. A volte viene da pensare che la “cura” della società possa essere semplicemente l’andare nelle trattorie di campagna, dove trovi i sapori veri, genuini, dove tra personaggi schietti e un bicchiere di buon vino si può riscoprire la vera essenza della vita.