Ventiduemila posti di lavoro persi in quattro anni e le aspettative per l’anno in corso sono tutt’altro che rosee. E’ la fotografia della Toscana scattata dal rapporto 2011 di Irpet e Unioncamere, presentato oggi a Firenze.
I numeri Nel 2012 la domanda di lavoro potrebbe ridursi di ventimila unità e il Pil regionale potrebbe subire una caduta intorno al -1,7%, in un anno che i ricercatori prevedono come un anno di recessione per gli effetti delle manovre del governo e per il rallentamento della crescita mondiale. Il tasso di disoccupazione e' passato dal 4,3% del 2007 al 6,6% del 2011: oggi un giovane toscano su quattro e' disoccupato.
La crisi divisa per settori Nel 2011 la produzione e' risultata in flessione in tutti i principali macro-settori dell'economia toscana (agricoltura, industria in senso stretto, costruzioni, servizi non market). Si tratta di una flessione relativamente contenuta (entro il -1%), eccezion fatta per le costruzioni che cadono di oltre il 7%. In positivo soltanto i servizi market.Il manifatturiero nel quarto trimestre del 2011 vede rallentare la produzione, gli ordinativi e il fatturato, che resta comunque leggermente positivo. Le imprese reagiscono attraverso politiche di compressione dei margini, che nel medio/lungo periodo limitano fortemente la capacita' di autofinanziamento delle imprese e i piani di investimento. La situazione del manifatturiero, secondo il rapporto Irpet, e' disomogenea: stanno meglio le imprese che hanno relazioni con l'estero, quelle a piu' elevato contenuto tecnologico o posizionate su segmenti di offerta qualitativamente piu' elevati e le grandi e medie dimensioni. Se in questi casi si assiste a dinamiche di sviluppo, la micro impresa incontra difficolta' sempre piu' accentuate. Nelle costruzioni cala la domanda di case da parte delle famiglie, anche per le crescenti difficolta' di accesso al credito, diminuiscono gli investimenti delle imprese e la PA ha difficolta' ad avviare nuovi lavori.L'agricoltura malgrado una leggera flessione della produzione, vede crescere le esportazioni, anche se calano i margini di profitto e aumentano le difficolta' con le banche. I servizi sono sostenuti principalmente dalla domanda turistica. Quelli destinati alle famiglie e il commercio sono in difficolta', mentre cresce il terziario a piu' elevata intensita' di conoscenza e ad alto contenuto tecnologico, che occupa personale qualificato. Al di la' degli aspetti piu' strettamente congiunturali e di mercato, sottolinea il rapporto Irpet, le imprese evidenziano due grandi criticita': la gestione della liquidita' e del circolante e le condizioni di accesso al credito, soprattutto per imprese nuove nate, imprese esportatrici, imprese di grandi dimensioni
Le previsioni Per il 2012 i ricercatori prevedono un anno di recessione determinato dagli effetti delle manovre di controllo dei conti pubblici successivi alle manovre promosse dal governo e dal rallentamento della crescita mondiale. Il Pil toscano potrebbe subire una caduta stimabile attorno all'1,7% con conseguenze anche sulla domanda di lavoro che, potrebbe ridursi di circa 20 mila unita'. Le ricadute di questa nuova flessione della domanda saranno avvertite da tutti i settori: manifatturiero, costruzioni, servizi e commercio. Ma il male maggiore per la Toscana del futuro prossimo resta l'assoluta incertezza delle prospettive che attiva meccanismi di sfiducia difficili da bloccare che a loro volta spingono gli operatori verso scelte remissive che autoalimentano la spirale negativa. Il Rapporto Irpet-Unioncamere per uscire dall'attuale congiuntura negativa suggerisce di attivare processi di accumulazione che favoriscano l'accrescimento della produttivita' e quindi della competitivita' delle imprese e di intraprendere iniziative che facilitino la nascita e l'attrazione di nuovi soggetti imprenditoriali. D'altro lato evidenzia la necessita' di sostenere nuclei di imprese toscane dinamiche e in evoluzione positiva attorno alle quali si puo' ricreare la capacita' dell'intero sistema produttivo di tornare a crescere.