FIRENZE – Toscana, Puglia ed Emilia Romagna uniscono le loro forse per diffondere la cultura della partecipazione, codificando gli intenti in un Protocollo che sottoscriveranno a breve.

E’ questo uno degli esiti dell’incontro dal titolo ‘Le sfide della partecipazione pubblica in Italia. Politiche e pratiche a confronto’, organizzato dall’Associazione italiana per la partecipazione pubblica (AIP2) in collaborazione con le tre Regioni, che si è tenuto oggi al Consiglio regionale. Il presidente Eugenio Giani ha portato il suo saluto, mentre l’introduzione è stata affidata all’assessore alle infrastrutture digitali, semplificazione e partecipazione Stefano Ciuoffo.

Governatore Giani: «Valore insito nel dna della Toscana»

«La partecipazione – ha detto Giani – è un valore insito nel dna della Toscana. Opere pubbliche, pianificazioni strategiche in campo urbanistico, servizi pubblici hanno bisogno di un processo partecipativo dei cittadini ed un coinvolgimento adeguato della popolazione. Spesso questo entra in conflitto con la decisione politica, con la scelta delle istituzioni, che si traduce in un intervento normativo visto come imposizione. Il tutto nel nome della semplificazione, della sburocratizzazione, della velocità della decisione. Ritengo che sia fondamentale trovare il giusto equilibrio tra partecipazione, semplificazione e decisione. Sono favorevole a fare determinate cose, accelerare i processi. Però occorre coniugare la voglia di ammodernare, innovare ed intervenire con la partecipazione».

Assessore Ciuoffo: «La partecipazione è un elemento vero, formativo della fase progettuale»

«Su questo tema la Toscana – ha aggiunto Ciuoffo – ha funzionato da laboratorio, con una delle prime leggi in Italia, la 46 del 2013. Viviamo in un epoca in cui i tempi dei processi di progettazione e formazione delle scelte impongono tabelle di marcia incompatibili con la possibilità di attivare processi partecipativi. Eppure la partecipazione è un elemento vero, formativo della fase progettuale. Perderla si traduce in progetti più poveri, più fragili. Gli strumenti nuovi a disposizione, grazie al processo di digitalizzazione, possono consentire strumenti di confronto più rapidi. Inoltre – ha proseguito – i processi partecipativi possono essere estesi ad ambiti più ampi rispetto a quelli considerati quando hanno iniziato ad affacciarsi nel dibattito pubblico. Beni comuni o beni confiscati alle mafie, ma anche tutta la dimensione del patrimonio e dello spazio pubblico: borghi, cooperative di comunità, centri storici, le parti del territorio più penalizzate, come le periferie urbane o le aree che hanno perso vitalità economica. Qui la presenza di cittadini ed imprese  può aiutare a progettare e ridisegnare spazi comuni. A tutto ciò vanno abbinate competenze, risorse e capacità di accompagnamento. Abbiamo bisogno – ha concluso Ciuoffo – di rimettere in campo questi strumenti e per farlo occorrono coerenza e voglia di giocarsi una parte dei nostri strumenti, anche finanziari».

Il Protocollo sulla partecipazione

Il Protocollo sulla partecipazione, che avrà durata triennale e che verrà sottoscritto anche dall’Associazione italiana per la partecipazione pubblica (AIP2), mira a creare una rete nazionale finalizzata a promuovere la cultura della partecipazione e valorizzare le buone pratiche realizzate e potrà essere allargato anche ad altre Regioni interessate. La collaborazione interregionale punta anche a sviluppare e consolidare le competenze collettive attraverso momenti di confronto di natura tecnica, politica, culturale, costruendo così una ‘comunità di pratiche’ (che riguarderà funzionari, dirigenti, amministratori, cittadini e associazioni) in grado di aumentare la capacità di innovazione civica.

Le Regioni condivideranno materiali e contenuti dei processi partecipativi attivati nei loro territori ed altre forme di sostegno alla partecipazione, anche attraverso le proprie piattaforme online. Inoltre si impegnano a cooperare per realizzare eventi e iniziative di comunicazione e sensibilizzazione; a collaborare alla diffusione della cultura della partecipazione in Italia e in Europa; a partecipare con i propri referenti a incontri e tavoli di lavoro interregionali; ad organizzare un incontro annuale periodico (anche online) di confronto pubblico e di scambio di esperienze.

L’AIP2 metterà a disposizione i materiali prodotti dai propri soci attraverso i gruppi di studio attivati, in particolare riguardo ai processi partecipativi per i beni comuni, lo sviluppo locale partecipativo, i conflitti ambientali, la scuola; la partecipazione nelle aree interne; il dibattito pubblico; la valutazione dei processi partecipativi. L’AIP2 coopererà alla promozione di eventi e iniziative di comunicazione e sensibilizzazione che saranno attivate, promuovendone anche la conoscenza attraverso i propri strumenti e reti informative. Anch’essa si adopererà per diffondere la cultura della partecipazione in Italia e in Europa partecipando a incontri e tavoli di lavoro interregionali, così come all’incontro annuale periodico.

 

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