Condizioni critiche che permangono con un calo del fatturato del 5,6%, addetti in diminuzione dello 0,7%, e una contrazione del portafoglio ordini del 4,5%, con una crescita della componente estera, l'unica che ha tenuto in questi anni, sempre più esigua (pari al +0,6%). Questa la fotografia del manifatturiero toscano nel primo trimestre del 2013, contenuta in un'indagine condotta da Unioncamere Toscana e Confindustria regionale su un campione di 1.227 imprese con almeno dieci addetti.
Cresce la cassa integrazione Le vendite all'estero si sono mantenute in terreno positivo, ma la debole crescita registrata sui mercati esteri, che scende al +1,0% dal +1,4% del precedente trimestre, non riesce ad arginare il crollo della domanda interna. Sul fronte occupazione l'indagine registra un aumento del 36% delle ore di Cassa integrazione autorizzate nel trimestre. Nel complesso si conferma la maggiore capacità di tenuta delle imprese di medie dimensioni rispetto alle realtà più grandi, con oltre 250 addetti, e quelle più piccole. Per la prima volta il calo produttivo si e' ripercosso con vigore sugli organici delle imprese più strutturate (-2,1%). Più grave della contrazione della produzione (-5,3%), è stato il crollo degli indicatori di domanda (-12,3% il fatturato; -8,6% gli ordinativi). Anche le piccole imprese (10-49 addetti) segnano perdite consistenti nella produzione (-6,3%), nel fatturato (-6,1%) e negli ordini totali (-5,3%). Soltanto le medie imprese (50-249 addetti) hanno dato prova di una maggiore capacità di resistenza, con contrazioni della produzione (-1,6%) e del fatturato (-0,9%) relativamente contenute, mantenendo sostanzialmente stabili i livelli occupazionali (+0,5%).
Bene solo il settore farmaceutico In calo tutti i settori, ad eccezione della farmaceutica, grazie all'ampliamento produttivo di un'importante impresa del comparto, che ha messo a segno un nuovo incremento (+13,2%). L'alimentare (-3,2%) e le calzature (-1,2%) registrano flessioni più contenuti della produzione, mentre vanno peggio tessile (-9,6%), abbigliamento (-8,3%), legno e mobilio (-9,3%), metalli (-7,4%), e mezzi di trasporto (-7,3%). Peggiora anche la pelletteria, con la produzione in calo del 5,5% dopo il lieve incremento rilevato a fine del 2012 (+0,4%). Chimica e meccanica, infine, perdono entrambi il 4,4%.