gronchi«Inizia un nuovo anno ed è tempo di bilanci certo, ma mai come adesso è tempo di sfide; a Firenze e in Toscana viviamo tutto sommato in un contesto in cui il bilancio è abbondantemente positivo, ma il clima di incertezza in cui ci muoviamo ci porterà ad affrontare scelte e percorsi per i quali nessuno di noi sa se sarà preparato fino in fondo». Così il presidente di Confesercenti Toscana, Nico Granchi, analizzando a tutto tondo l’avvio dal punto di vista commerciale ed economico nella regione guidata da Enrico Rossi.

lavoro«Il Paese vive in costante incertezza» «Incertezze sulle infrastrutture, dall’aeroporto, al sistema fieristico e congressuale, passando per i cantieri della Tramvia (i cui lavori però procedono bene) – ha aggiunto Gronchi-; incertezze su una ripresa lenta e troppo debole perché se ne possano sentire realmente i benefici; incertezze su un sistema bancario in profonda trasformazione, che se da un lato ha un sistema di grandi banche che vacilla, dall’altro ha Banche locali che investono sulla crescita della nostra Regione e del territorio della Città Metropolitana in primis Rimangono poi forti preoccupazioni sul fronte internazionale, che in particolare a causa della paura diffusa del terrorismo, modifica repentinamente i flussi turistici e le destinazioni creando ulteriore difficoltà alle decine di migliaia di imprese che operano nel settore. Il prima o il dopo Referendum, Governi tecnici o politici, elezioni a primavera o dopo l’estate. La sostanza è che il Paese e le imprese vivono in una costante incertezza e l’instabilità politica e un clima da campagna elettorale permanente, non aiutano certo l’economia e la tranquillità delle famiglie italiane».

lavoro41.jpgSfida per il 2017 «far ripartire gli investimenti» «Le nostre imprese infatti, non hanno ancora superato il periodo di crisi: pressione fiscale, debole ripresa dei consumi e forti incertezze internazionali sono solo alcune delle cause del perdurare di questa situazione negativa ma il segnale più preoccupante arriva dalla mancata ripartenza della spesa collegata agli investimenti. In un contesto di difficoltà generale quindi, la sfida per il 2017 deve essere rappresentata dallo spostamento dagli strumenti anticrisi agli strumenti utili a far ripartire gli investimenti e per farlo occorrono incentivi e misure ad hoc; il messaggio arriva forte e chiaro dalla Legge di Stabilità, che su un totale di 27 mld ne ha impiegati 15 per bloccare l’aumento dell’Iva e gli altri 12 per misure dedicate agli investimenti. A questo dobbiamo aggiungere gli interventi della Regione Toscana, che tra mille difficoltà di bilancio, scommette anch’essa sugli strumenti di investimento per le Imprese come i Bandi per l’innovazione, il Microcredito, i Fondi Rotativi». Gronchi ha poi approfondito le questioni guardando ad un orizzonte lontano. «Il messaggio è che le istituzioni ci credono e ci chiedono di rimboccarci le maniche per provare a guardare al futuro delle nostre imprese creando le condizioni per tornare ad investire. E’ giusto che sia così ma a Firenze, in Toscana e nell’intero Paese, prevale ancora un clima di forte sfiducia e di una difficoltà diffusa che sta investendo fasce di popolazione finora non toccate dai problemi di questi 7/8 anni di crisi. E’ davvero difficile immaginare il futuro in anni come questi, ma una cosa è certa, rappresentiamo un sistema di imprese che ormai ha ampiamente dimostrato di avere gli anticorpi per resistere e per provare a ripartire e sono convinto che il nostro contributo resterà determinante anche grazie ad una Associazione come Confesercenti che sta compiendo un salto di qualità davvero straordinario per stare al fianco delle imprese fiorentine e non solo – ha concluso Gronchi- Stiamo attraversando cambiamenti epocali e l’impresa diffusa sta cercando con grandi sforzi di attrezzarsi: innovazione tecnologica, e-commerce, globalizzazione e grandi player internazionali, tutto molto bello e luccicante ma intanto stabiliamo la vera differenza: noi le tasse le paghiamo in Italia, quel poco o tanto che guadagniamo lo reinvestiamo o lo spendiamo nel territorio, assumiamo e creiamo economia esattamente dove abbiamo le nostre attività ma soprattutto abbiamo un legame vero e profondo con i nostri territori, le nostre città, le nostre piazze».