La manovra economica annunciata dal Governo rende insonni le notti dei governatori delle Regioni italiane. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi  ha quantificato una previsione che sta fortemente preoccupando non solo la Toscana ma tutte le Regioni, Lombardia compresa, salvo quelle governate dalla Lega.


I tagli – La manovra produce un taglio ai trasferimenti alla Regione di 320 milioni per il 2011 (cioè il 50 per cento dell’intera disponibilità di spesa corrente della Regione al netto della spesa sanitaria), di 350 milioni per il 2012 e per gli anni seguenti. Si tratta di tagli ai trasferimenti del 50 per cento nel 2011 e di oltre il 60 per cento nel 2012. Considerando anche le province e i comuni, la riduzione complessiva dei trasferimenti dallo Stato al sistema Toscana sarà di 470 milioni nel 2011 e 600 milioni nel 2012. E ancora, dato che circa il 70 per cento dei trasferimenti da Stato a Regione Toscana sono poi trasferiti agli enti locali,  il taglio ricadente sui Comuni e le Province si aggira sui 350 milioni nel 2011 e 500 milioni nel 2012. I settori più colpiti saranno i trasporti, con un taglio di 200 milioni su un totale di spesa di 500, i fondi agricoli trasferiti alle province per 30 milioni su una spesa di 50, l’istruzione e la cultura, per un taglio complessivo di 50 milioni su una spesa di 80. Questo potrebbe significare, ad esempio, il blackout totale dei servizi di trasporto su gomma e il dimezzamento delle risorse per il diritto allo studio (da 30 a 15 milioni).


Situazione difficile – “Così non possiamo farcela – ha detto Rossi – Certo a noi sta un’opera profonda di razionalizzazione, riordino e risparmio. Abbiamo già cominciato a farla e mi impegno entro un mese a presentare un progetto complessivo di riduzione dei costi della macchina regionale che andrà anche al di là di quanto ci chiede la finanziaria. Su questo punto, in materia di stipendi e comportamenti, non prendiamo lezioni da nessuno. Lo abbiamo fatto per anni e anni in sanità e così continueremo a farlo con rigore. Ma i risparmi che potremo realizzare non saranno confrontabili con l’entità dei tagli. Non c’è recupero o riorganizzazione, non c’è aggiustamento di bilancio che possa compensare una riduzione di 200 milioni di euro sui 500 che spendiamo per il trasporto pubblico. Ci sono delle cose paradossali. Nemmeno eliminando tutto ciò che è “democrazia” nel nostro sistema, ad esempio, riusciremmo a colmare il fossato. E mentre si parla tanto di federalismo, solo se avessimo il bilancio della sanità in rosso potremmo ricorrere all’imposizione fiscale. Ma sarebbe davvero una beffa per i cittadini, vittime prima dei tagli e poi di nuove tasse per rimediarli”.


Il documento di programmazione economica e finanziaria – In questo clima di incertezza un altro ostacolo si profila: come redigere il documento di programmazione economica e finanziaria? “Lo faremo – ha detto Rossi – sulla base della discussione politica che abbiamo avuto e a invarianza di risorse. Metteremo alla fine il prospetto dei tagli. Per cercare di capire come possiamo procedere ho scritto una lettera al Ragioniere generale dello Stato e per conoscenza al ministro Tremonti, per chiedere una a prima preliminare e provvisoria quantificazione dell’ammontare di trasferimenti che la Regione Toscana riceverà dallo Stato negli anni 2011, 2012 e 2013, alla luce di quanto al momento previsto dall’art. 14 del decreto-legge”. Nella lettera il presidente sottolinea che la manovra prevista “muta profondamente i rapporti fra Stato, Regioni e Enti Lo cali, ridefinendo in modo formale e sostanziale il quadro di compatibilità finanziaria del bilancio pluriennale della Regione Toscana per gli anni 2011-2012-2013. Le modifiche intervenute si collocano nel momento in cui stiamo predisponendo la stesura del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (Dpef) della Regione con l’obiettivo di presentarlo in Consiglio Regionale entro la data del 30 Giugno così come previsto dallo Statuto della Regione Toscana. Il Dpef riveste un’importanza fondamentale nella struttura di programmazione della Regione e ha uno stretto collegamento con il Bilancio pluriennale, costituendone la base per la definizione pluriennale della quadratura finanziaria, nei rapporti con i bilanci dello stato e degli Enti Locali con i quali si raccorda. Al fine di continuare a salvaguardare l’equilibrio di bilancio – prosegue Rossi – e programmare un’offerta sostenibile di servizi ai cittadini, nel pieno rispetto dell’obbiettivo condiviso del contenimento della spesa pubblica ai fini del contributo alla riduzione del debito pubblico, il Dpef necessita di chiarezza in termini di entrate e di spese”.


Firenze