L’auspicio è che con la prossima Politica agricola comune (PAC) ci sia un concreto cambio di rotta. Per il futuro della cerealicoltura grossetana e toscana in generale. Perché, oggi (nel biennio 2009-2010), coltivare un ettaro di frumento duro in Toscana e nella stessa Maremma, ha portato ad una perdita di 24 euro. Sì, l’agricoltore ci ha rimesso per un ettaro coltivato. Per lo stesso ettaro un produttore della Pianura Padana ha percepito un reddito netto di 790 euro ad ettaro. Un reddito che dovranno raggiungere, con la nuova PAC 2014-2020, anche coloro che operano nelle zone più svantaggiate, che devono far fronte a rese produttive minori, premi comunitari più bassi e costi di produzione maggiori. Questo squilibrio ha contributo a portato ad una diminuzione delle superfici: in Toscana il grano duro ha registrato un calo del 18% rispetto al 2010, passando da una superficie di 94.340 ettari (2010) ai 77.358 ettari dell’anno in corso. E’ in sintesi quanto ha affermato il direttore di Toscana Cereali Luciano Rossi intervenuto quest’oggi a Grosseto – presso la sede del Consorzio Latte Maremma – all’incontro dal titolo “La Pac post 2013 e posizione della cooperazione”, organizzato da Fedagri – Confcooperative Toscana che ha visto la presenza, fra gli altri dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori e il direttore di Fedagri – Confcooperative nazionale Fabiola Di Loreto.
La situazione – “Fino ad oggi – ha proseguito Luciano Rossi – chi poteva contare su terreni più produttivi, ha beneficiato anche di premi comunitari più elevati. I premi comunitari si basano, infatti, sulle rese storiche, e come tali vanno superati introducendo nuovi parametri di valutazione. Un sostegno alle aziende agricole che operano nelle zone svantaggiate, significa garantire la presenza dell’uomo nel territorio a tutela e salvaguardia dello stesso a fini ambientali e paesaggistici che sono fonte di attrazione del turismo così come lo è l’arte perla città”.
La proposta – Secondo Toscana Cereali, infatti, l’attuale PAC non distribuisce in modo equo le risorse per il sostegno al reddito. “Problema che riscontriamo anche in altri Paesi, in particolare quelli collocati nel bacino del Mediterraneo e dell’Est europeo. La nostra proposta – ha aggiunto Rossi – va nella direzione di un pagamento minimo uguale per tutti, per un sostegno del reddito (a ettaro), più una serie di bonus diretti agli agricoltori che attivano misure agro-ambientali; oltre ad un altro bonus per coloro che si trovano ad operare in zone svantaggiate e di montagna dove l’aiuto sarebbe diretto a compensare gli alti costi di produzione e i vincoli naturalistici, gestione del territorio e sicurezza alimentare. Dal primo documento della Commissione Europea, firmato dall’euro-commissario Dacian Ciolos sembra che si vada nella direzione da noi auspicata. Sia chiaro, il riequilibrio dei premi comunitari – aggiunge Rossi – da noi auspicato, non deve avvenire a danno delle zone più fertili, ma soltanto a vantaggio di quelle che fino ad oggi producono senza un reale ricavo”.
Grosseto