Inizia male la settimana in borsa del Monte dei Paschi. Mps scivola a Piazza Affari in avvio di seduta e finisce in asta di volatilità. Oltre ai timori sullo stato di salute del sistema bancario italiano, che appesantisce ancora le banche in Borsa, Siena risente delle indiscrezioni di Repubblica su una lettera della Bce. Nella missiva la Vigilanza avrebbe chiesto a a Mps un piano triennale per riportare a livelli fisiologici la percentuali di crediti in sofferenza. Da smaltire ci sarebbero, scrive il quotidiano, circa 10 miliardi di sofferenze lorde sui 27 miliardi totali.
Le istanze della Bce Secondo Repubblica, la Bce chiederebbe un piano triennale per il rientro di circa 10 miliardi di sofferenze. Da Rocca Salimbeni, per il momento, si preferisce non aggiungere altro. Mps è in caduta a Piazza Affari. Il titolo cede il 7,5% a 0,35 euro e ritocca i minimi storici segnati nelle ultime sedute. Poi viene fermato ancora in asta di volatilità. Ad appesantire Rocca Salimbeni contribuiscono le indiscrezioni di stampa su una lettera della Bce per chiedere un piano che riporti in tre anni la percentuale di sofferenze a livelli fisiologici.
La lettera pubblicata da Repubblica «Monte dei Paschi presenti al più presto un piano triennale per riportare a livello fisiologico la percentuale dei crediti in sofferenza della banca». Questo, in sintesi, il contenuto della lettera-ultimatum inviata dalla Bce a Mps. Secondo quanto riporta Repubblica, «significa più o meno che i banchieri senesi devono compilare una nuova mappa per smaltire almeno una decina di miliardi di euro di sofferenze lorde, degli oltre 27 miliardi che ne frenano da anni il rilancio. Gli obiettivi sono più alti di quelli del piano strategico Mps di un anno fa, che prevedeva al 2018 la vendita di 5,5 miliardi di sofferenze e il recupero interno di altri 6 miliardi. La reazione del titolo in Borsa è violenta, con l’azione senese che torna a vedere i minimi storici intorno a 35 centesimi».
Il comunicato della banca Mps, «con riferimento alle indiscrezioni di stampa pubblicate in data odierna – riferisce Rocca Salimbeni in una nota -, comunica di aver ricevuto dalla Banca Centrale Europea una lettera con cui viene notificata l’intenzione di richiedere alla Banca il rispetto di determinati requisiti relativi, in particolare, ai crediti deteriorati. Tali requisiti sono indicati in una “bozza” di decisione, in merito alla quale è stata data la possibilità alla Banca di presentare le proprie argomentazioni a riguardo entro l’8 luglio 2016. Più nel dettaglio, la “bozza” di decisione comprende una tabella secondo cui la Banca è tenuta alla riduzione dei non performing loans nel prossimo triennio ed al raggiungimento dei parametri indicati». In sostanza, conferma Mps, viene chiesto alla Banca di passare dagli attuali circa 24 miliardi di crediti deteriorati, a circa 14 entro il 2018. «I suddetti parametri sono in linea con gli obiettivi di un programma di specifiche azioni – precisa Mps -, recentemente approvato dai competenti organi della Banca e contestualmente sottoposto alle valutazioni della BCE, finalizzato all’incremento dell’importo delle dismissioni di non performing loans già previsto nel piano industriale 2016/2018. Nella “bozza” di decisione viene anche richiesto di fornire alla BCE entro il prossimo 3 ottobre 2016 un piano che definisca quali misure possano essere adottate dalla Banca per ridurre il rapporto tra il totale dei non performing loans ed il totale dei crediti (NPL ratio) al 20% nel 2018. La Banca ha comunque avviato immediatamente le interlocuzioni con la Banca Centrale Europea al fine di comprendere l’esatta portata di tutte le indicazioni contenute nella bozza di decisione e di presentare le proprie deduzioni al riguardo in vista della decisione finale – conclude la banca -, la cui emissione è prevista entro la fine del mese di luglio 2016».