Otto indagati a Firenze per turbativa d’asta e falso nell’assegnazione della gestione di piscine comunali: tra questi l’assessore allo sport Andrea Vannucci. Emerge così nella sua interezza un’inchiesta di Procura e Gdf sugli affidamenti a privati di impianti sportivi, con un’ordinanza del Gip Angelo Antonio Pezzuti su alcune interdizioni. Il Gip parla di «rapporto collusivo» e «intesa» tra assessore, dirigenti comunali e imprenditori a capo delle società sportive cui andavano le gare con concessioni irregolari. Il Gip ha ordinato interdizioni dai pubblici uffici – chieste dai Pm Giuseppina Mione e Filippo Focardi – per la dirigente dell’assessorato allo sport Elena Toppino (un anno) e il funzionario comunale Loris Corti (6 mesi) e dall’esercizio dell’impresa ai privati Franco Bonciani, già segretario del Pd a Rignano, e Cipriano Catellacci (1 anno). Nessuna misura per Vannucci e gli altri indagati, il funzionario comunale Jacopo Vicini, e i membri della commissione gare Emilio Carletti e Stefano Perla.

«Interesse di Vannucci a favorire Catellacci»  Le presunte collusioni, riconosciute dal Gip, per turbare le gare pubbliche coinvolgono sia il livello politico, rappresentato dall’assessore Vannucci, sia quello amministrativo che ne dipende, con Elena Toppino dirigente capo dell”assessorato allo sport nonché presidente della commissione gara e gli altri funzionari dello stesso assessorato. Il Gip inoltre rileva «la posizione di favore del Comune verso Franco Bonciani e Cipriano Catellacci», quest’ultimo presidente di Firenze Pallanuoto asd indebitata col Comune per 338.000 euro circa. Su questo debito, sul piano di rientro e su una transazione tra la società sportiva di Catellacci e il Comune, il Gip descrive l’ «interesse di Andrea Vannucci» a favorire Catellacci al punto che l’assessore cerca uno sponsor per la Firenze Pallanuoto, in luogo di un altro che ha dato forfait, affinché la società si metta in regola e partecipi al bando per la ‘Paganelli’.

Marcata esposizione debitoria con il Comune Le gare turbate riguardano le piscine San Marcellino (2013) e Paganelli (2015) a Firenze. La loro gestione andò a società sportive riunite in associazione temporanea d’impresa (Ati) dove è stata evidenziata una marcata esposizione debitoria col Comune. Una condizione, questa, di esclusione certa dai bandi che però gli indagati omettevano di rilevare così come l’incompletezza delle domande di partecipazione. Inoltre, per la ‘Paganelli’, il modo di formazione del bando, il punteggio per il reimpiego del personale e la durata della concessione doppia rispetto al previsto sono clausole per il Gip inserite come «frutto dell’accordo collusivo fra funzionari comunali e Catellacci». Nonostante tali aspetti, il Gip Pezzuti ravvisa che proprio il rapporto illecito instauratosi tra gli indagati (figure del Comune e privati) avrebbe turbato entrambe le gare favorendo l’Ati guidata da Firenze Pallanuoto di Cipriano Catellacci e a cui aderiva, tra le altre, anche la società Acquatica Ssd di Bonciani e la Centro Nuoto Cittadella.