L’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi non si dimette ma rimette ogni decisione al Partito Democratico. E’ quanto emerso ieri sera dall’incontro convocato a Lucca nella sede territoriale dal commissario del Pd comunale Stefano Bruzzesi e dal segretario territoriale Patrizio Andreuccetti. Al centro di tutto la valutazione se la telefonata in cui Remaschi assicurava il suo appoggio al candidato di centrodestra Remo Santini al ballottaggio abbia provocato o meno danni al partito.
«Se ci fosse stata scorrettezza nei miei comportamenti mi sarei dimesso» «La telefonata è stata fatta sottovalutando varie cose – ha spiegato Remaschi – ma con l’intento di far abbassare la guardia a loro facendogli credere che avevamo problemi interni. Io parlo con i votanti centrodestra, per portarli a votare centrosinistra. Questo metodo ha portato alla vittoria i sindaci di Borgo, Altopascio, Bagni di Lucca e credo anche a Lucca». L’assessore ha ricordato che, tante volte, «io e Santini ci siamo sentiti: era caposervizio di una testata locale e tra noi c’era molta confidenza. Detto questo ringrazio il Pd, mi metto a disposizione per gli approfondimenti necessari nei circoli con iscritti e non solo, con tutti coloro che vorranno. Se ci fosse stata scorrettezza nei miei comportamenti mi sarei dimesso, ma non c’è e io mi rimetto al mio partito, perché è il partito che mi ha permesso di ricoprire questo ruolo in Regione. Non voglio chiudere la mia carriera politica passando da infame». «Non ho parlato ancora con Rossi – ha concluso Remaschi – Sono rientrato venerdì sera dall’Olanda. Stamani io ero a Firenze, e Rossi a Roma, non abbiamo avuto modo di incontrarci. Se il presidente mi chiamerà, spiegherò anche a lui questo tipo di atteggiamento: dovrà valutarmi come assessore, è il presidente che mi dà la delega, ma sarà un ragionamento di coalizione. Per il resto devo confrontarmi col mio partito».