Insieme per la difesa del territorio della Toscana. «Geologi, ingegneri, architetti e agronomi metteranno in campo le loro competenze e professionalità. Si vuole tutelare il paesaggio, lavorare sulla prevenzione e non sull'emergenza». A dirlo è Maria Teresa Fagioli, presidente dei Geologi della Toscana che ha organizzato la tavola rotonda “Quale Futuro per le professioni” sulla riforma degli Ordini, che sarà operativa dal 13 agosto, da dove è emersa la necessità di darsi un piano di lavoro comune. Il dibattito ha evidenziato un aspetto fondamentale sul ruolo che devono avere gli Ordini, quello della solidarietà professionale. Ma il sentiment comune a tutti gli Ordini professionali si chiama tariffa. Tutti sono concordi sul fatto che la tariffa sia un parametro importante di riferimento per la qualità del servizio offerto, una reale garanzia per il cittadino, «i cittadini devono essere garantiti con standard di qualità», ha detto Fagioli.

L’importanza della formazione Altro argomento di rilevanza toccato dalla riforma è l’aggiornamento professionale «La formazione, oggi obbligatoria – ha aggiunto Monica Coletta, presidente della Federazione dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Toscana – deve essere vissuta come una grande occasione di aggiornamento professionale, non come un vincolo. Soprattutto nella società complessa in cui ci troviamo ad operare è indispensabile oltre ad essere un’occasione di aggregazione tra professionisti. Un’autentica sfida per gli ordini che dovranno sempre più farsi trovare pronti e al passo con le esigenze dei professionisti».

Tutela delle professionalità Gli Architetti, con Luigi Scrima hanno chiesto di poter fare il mestiere con dignità, visto che oggi la situazione è drammatica e per molti non c'è redditività. Insomma gli ordini professionali tecnici della Toscana chiedono che il termine liberalizzazione non venga associato a deregulation visto che per tutti gli altri esistono regole, una regolamentazione a tutela della qualità della loro “merce” e quindi a tutela del cliente. In quanto, in assenza di regole, sul mercato vince la merce peggiore ed è sempre quella che viene offerta ad un prezzo più basso. «La liberalizzazione di fatto è già in essere con la Bersani, per cui non esistono più i minimi tariffari inderogabili», ha commentato Paolo De Santi presidente della Federazione degli Ingegneri. «Adesso le tariffe sono derogabili e sostituite dai parametri che nascono per necessità legate soprattutto alla collettività e non per il professionisti in quanto la parametrizzazione consente di avere un quadro di riferimento per il cittadino che così è in grado di poter fare dei confronti tra più offerte e poterle giudicare».
 

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