Dovranno aspettare lunedì 10 settembre i piccoli e medi imprenditori fiorentini per festeggiare il Tax Free Day, ovvero l’ultimo giorno dell’anno nel quale lavorano per pagare tasse, oneri e contributi (il dato medio italiano è l’11 agosto). Firenze si conferma così, anche per quest’anno, una delle città d’Italia con il fisco più “vorace”: la terza per l’esattezza ex aequo con Roma (peggiori solo le performance di Bologna e Reggio Calabria con Tax Free Day rispettivamente al 20 e 24 settembre) sui 137 Comuni (comprensivi di tutti i capoluoghi di provincia) considerati dall’Osservatorio annuale CNA sulla Tassazione delle PMI.
La pressione fiscale aumenta dello 0,2% Con un Total Tax Rate (la pressione globale del fisco sui profitti delle imprese) del 69,5% (dato medio italiano 61,4%), aumentato nell’ultimo anno di 0,2 punti percentuali e di 5,6 punti negli ultimi sette, l’azienda tipo fiorentina, (300 mq di laboratorio artigiano e negozio di 175, 4 operai ed 1 impiegato, con ricavi di 431mila euro, costi totali di 381mila euro e reddito d’impresa di 50mila euro) pagherà all’erario e in contributi il 58% delle proprie tasse, alla Regione Toscana l’8% e al Comune di Firenze il 34%. In dettaglio, sul già citato reddito d’impresa di 50mila euro, 34.750 euro di tasse che equivalgono a 254 giorni di lavoro: 9.300 di Irpef e 10.797 di contributi (invalidità, Vecchiaia e Superstiti) allo Stato; 9.089 di Imu/Tasi, 2.576 di Tari e 68 di addizionale comunale Irpef al Comune di Firenze; 2,418 di Irap e 502 di addizionale regionale irpef alla regione Toscana. Al netto dei pagamenti, rimarranno così a disposizione dell’impresa solo 15.249 euro: 122 in meno rispetto al 2017 e 2.823 in meno rispetto al 2011.
Cioni (Cna Firenze): «Urgono misure radicali» «Dati impietosi e consolidati – commenta Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana – Dati che richiedono una brusca inversione ad U, sia al livello nazionale che locale, ben diversa dai cambiamenti rispetto al 2017: -1 euro di tasse da parte del Comune, -4 da parte della Regione e ben +126 euro da parte dello Stato. Non è con questi numeri che si sostiene l’economia. Abbiamo bisogno di misure radicali, di una vera e propria revisione delle politiche fiscali. Interventi da effettuarsi velocemente, anche al livello centrale. Per quello locale, una misura veloce, certamente non risolutiva, visto che abbasserebbe il Total Tax Rate di solo mezzo punto percentuale (250 euro circa), ma segno di una maggiore attenzione alle nostre esigenze, sarebbe prodotta dal riconoscimento da parte del Comune della piena esclusione dal pagamento della Tari per le aree degli immobili in cui si producono rifiuti speciali che, per questa loro specificità, vengono smaltiti con modalità (a pagamento) di altro tipo. Meglio ancora sarebbe estendere la misura all’intera città metropolitana» conclude Cioni. Totalmente invariata invece la situazione nel caso le imprese scegliessero di optare per l’IRI quale metodo di tassazione dei redditi d’impresa: il carico globale di imposte rimarrebbe per il 2018 fisso a 34.750 euro, corrispondente al Total Tax Rate del 69,5%.