FIRENZE – Una dieta forzata. La crisi si fa sentire sulla tavola, dove per i toscani è arrivato il momento delle rinunce. I prodotti più colpiti sono dolci, salumi, pesce e carne.
I tagli riguardano un cittadino su due. Per effetto delle difficoltà economiche e del caro alimenti le famiglie della nostra regione spenderanno 500 milioni di euro in più all’anno, 775 euro in più a nucleo, considerando dell’indice dell’inflazione dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche che ad ottobre ha raggiunto il 13,9%. La spesa totale annuale per i generi alimentari e bevande analcoliche passa da 5.621 euro del 2021 agli attuali 6.396 euro. Dati che emergono dal primo rapporto Coldiretti/Censis “Gli italiani e il cibo nelle crisi e oltre”.
Nella classifica dei prodotti più penalizzati dalla scure dei consumatori, ci sono al primo posto gli alcolici ai quali sono stati costretti a dire addio, del tutto o anche solo parzialmente, il 44%. Al secondo posto i dolci che vengono tagliati in quantità dal 44%, mentre al terzo ci sono i salumi ai quali ha rinunciato il 38,7% dei cittadini, subito davanti al pesce (38%) e alla carne (37%). Ma il carovita porta addirittura a ridurre gli acquisti di alimenti per bambini, con il 31% di persone che ne acquista di meno. In situazione di difficoltà i meno colpiti sono alcuni prodotti base della dieta mediterranea come frutta (tagliata del 16% dei consumatori), verdura (dal 12%) e pasta (dall’11%).
“Le difficoltà delle famiglie si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari. – ha spiegato Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana -. E’ necessario intervenire subito per contenere i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende agricole e la spesa delle famiglie”.
Tra le tecniche di risparmio più comuni c’è la lista della spesa per l’81% dei toscani per mettere sotto controllo gli acquisti d’impulso, evitando di farsi guidare troppo dalla molteplicità di stimoli che sono attivati nei punti vendita. E cambiano anche i luoghi dove acquistare i prodotti alimentari con il 72% degli che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione.