L'ex presidente della Regione Umbria e presidente dimissionario di Italferr, Maria Rita Lorenzetti, è tornata in libertà. A disporre la misura di revoca delle misure cautelari il gip di Firenze Antonio Pezzuti, per Lorenzetti e per altri quattro indagati nell'ambito dell'inchiesta sui lavori per la Tav: Valerio Lombardi, Alessandro Coletta, Gualtiero Bellomo e Furio Saraceno. Solo per quest'ultimo il gip, revocando gli arresti, ha disposto la misura dell'obbligo di dimora. Per un sesto indagato, Aristodemo Busillo, finito anch'egli agli arresti domiciliari, si attende l'esito del ricorso al tribunale del riesame. Secondo quanto appreso, il gip avrebbe revocato gli arresti in considerazione del fatto che i cinque tornati in libertà si sono dimessi dai loro incarichi.
L’inchiesta La presidente di Italferr Lorenzetti era stata messa ai domiciliari nell'ambito di un'indagine della Procura di Firenze relativa a lavori della Tav in Toscana. A suo carico erano stati ipotizzati i reati di corruzione e associazione per delinquere. Lorenzetti, ex presidente della Regione Umbria, ha sempre sostenuto la correttezza del proprio agire. Nell'ordinanza cautelare veniva ipotizzato il rischio di reiterazione del reato. Gli altri cinque ai domiciliari erano Valter Bellomo, geologo nella commissione Via del Ministero dell'Ambiente, Furio Saraceno, di Nodavia, Valerio Lombardi di Italferr, Alessandro Coletta consulente già ex componente di un'autorità di vigilanza sugli appalti pubblici e Aristodemo Busillo della Seli, la società incaricata di perforare il sottosuolo di Firenze per la fresa Monna Lisa.