ROMA – La Toscana sul podio dei Comuni italiani che hanno deciso di applicare la tassa di soggiorno. Sono infatti il 61% le municipalità che, ad oggi, applicano l’imposta nei confronti dei turisti che vi soggiornano.

Un dato secondo solo alla Valle d’Aosta dove la applica l’80% dei Comuni. Terza, in questa classifica realizzata dal Centro studi enti locali basata su dati Mef, Banca d’Italia e Istat, la Liguria con il 54%. – In Toscana nel 2023 hanno percepito introiti dall’applicazione della tassa di soggiorno 135 Comuni sui 223 in cui può essa essere istituita (sul totale di Comuni toscani, 273).

Lo stesso studio mostra che nei cinque anni considerati, il numero di Comuni toscani che esige la riscossione dell’imposta di soggiorno è rimasto abbastanza in linea – 109 nel 2019, 116 nel 2020, 113 nel 2021 , 116 nel 2022 – salvo poi avere un incremento sensibile, nel 2023, salendo a 135. Invece nessun Comune toscano compare nella top ten nazionale per gettito pro capite, rispetto ai residenti, dell’imposta di soggiorno.

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E’ invece ‘tourist tax free’ il Molise dove nessuno dei 56 comuni che avrebbero potuto introdurre la tassa di soggiorno l’ha riscossa nel quinquennio 2019-2023. Una tradizione interrotta soltanto quest’anno con l’istituzione dell’imposta di soggiorno da parte del comune di Campobasso che ha, però, optato per la richiesta più modica tra tutti i capoluoghi di regione: un euro per qualsiasi tipologia di alloggio.

LEGGI Imposta di soggiorno, Marrucci (Ali Toscana): “Introiti vadano a Comuni per gestire effetti dell’overtourism (agenziaimpress.it)

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