FIRENZE – Nel 2023 l’incremento dei proventi della tassa di soggiorno è stato del 13,4% rispetto all’anno precedente e del 12,8% sul periodo prepandemico.
“Gli incassi ben superiori alle già positive previsioni di inizio anno, quando si preannunciava un incasso pari a 678 milioni di euro”, a fare i conti è Massimo Feruzzi, responsabile dell’Osservatorio nazionale di Jfc sulla tassa di soggiorno. A dicembre 2023 erano complessivamente 1.013 i Comuni nei quali i turisti si trovano pagare l’imposta di soggiorno, oltre agli ambiti provinciali di Trento e Bolzano.
Di questi, ben il 36,8% – oltre 258 milioni – è stato incassato dai Comuni delle regioni dell’Italia centrale, vale a dire Lazio, Toscana, Marche ed Umbria; il 27,9% dalle regioni dell’Italia nord orientale (Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) con un incasso complessivo di circa 196 milioni, mentre l’Italia nord occidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria) ha raccolto poco più di 126 milioni, quindi il 18% del totale nazionale; l’Italia meridionale (Puglia, Abruzzo, Campania, Calabria, Basilicata, Molise) l’11,1%, pari a circa 78 milioni, e infine le due isole (Sardegna e Sicilia) una quota del 6,2% sul totale nazionale, pari a 43 milioni circa.