pepito-rossiSulle salite dolomitiche della Val di Fassa c’è un solo uomo al comando il suo nome è Giuseppe Rossi. Rossi, Rossi, fortissimamente Rossi: se fosse uno slogan questo sarebbe il grido che si alzerebbe incessantemente dalle tribunette del centro sportivo Cesare Benatti di Moena, sede da sabato scorso del ritiro estivo della Fiorentina. Tanta voglia di Pepito e poco altro, visto che sul cartello dello spogliatoio della Fiorentina è come se ci fosse ‘Lavori in corso’ scritto in maniera gigante, con una rosa formata da 24 elementi, di cui ben 15 Under 23, di cui quattro portieri, Satalini, Lezzerini, Makarov e Dragowski, quest’ultimo novità rispetto alla passata stagione insieme a Diks, un solo vero centrocampista, Borja Valero e due giocatori già ai box, Babacar e soprattutto Mati Fernandez, alle prese con acciacchi di vecchia data.

Mercato pieno di insidie Insomma per salire fra le curve che portano verso la Fata delle Dolomiti in questa prima settimana di lavoro ci vuole una buona dose di fede e passione, ma quella fra i tifosi viola non è mai mancata, anche se si è cercato di fare di tutto per smorzare entrambi con mosse magari involontarie ma certamente un po’ goffe da parte della proprietà e dei suoi dirigenti. E non aiuta l’annuncio fatto sia dal direttore generale dell’area tecnica, Pantaleo Corvino, che da parte del neo dt gigliato, Carlos Freitas, che questa sessione di calciomercato estivo sarà lunga e pieno di insidie, e che le vere operazioni si faranno pià in là, sotto inteso quando sarà fatta ‘cassa’ con alcune cessioni. Ed i soldi per gli acquisti potrebbero arrivare anche dalle partenze in attacco, primo indiziato Khouma el Babacar, il cui procuratore ha di recente vagliato alcune offerte provenienti dall’Inghilterra ma c’è da liberarsi anche dai cinque milioni di ingaggio di Mario Gomez e capire soprattutto come va il rapporto fra Paulo Sousa e Giuseppe Rossi.

pepito-rossi1Pepito rimarrà a Firenze? Perchè molto passa da questi quesiti: avrà iniziato a considerare il tecnico viola l’attaccante italo-americano una prima scelta? Pepito avrà impazienza come dimostrato a gennaio scorso, quando decise di andare per una squadra poi retrocessa in Spagna, il Levante, o avrà compreso che a Firenze magari può ritagliarsi una seconda o terza vita sportiva, e tornare a misurarsi con il calcio vero della serie A? Il tifoso della Fiorentina solitamente non ama schierarsi ma di quel mancino che tre anni fa in metà campionato collezionò 13 reti se ne è innamorato e lo ha eletto a proprio idolo incontrastato, anche per quella gioia che fa capolino in tanti poster, filmati suoi propri cellulari e sulle schermate dei computer dei cuori viola relative al 4 a 2 sulla Juventus del 20 ottobre 2013 in cui Giuseppe Rossi fu re assoluto.

Tanta voglia di Pepito E allora non deve stupire che il primo striscione comparso sulle cancellate del centro sportivo ‘Cesare Benatti’ di Moena sia stato dedicato al classe ’87 di Teaneck con tanto di benvenuto in maglia viola, e che ben duecento persone domenica scorsa hanno fatto la fila per lui, anche sotto l’acqua, per un semplice autografo o foto, nella sessione quotidiana che i giocatori guidati da Paulo Sousa si concedono con i supporter gigliati giunti in Val di Fassa. «Come mi sento? Sto benissimo e ringrazio i tifosi per lo striscione che mi hanno dedicato», ha raccontato con il sorriso sulle labbra Giuseppe Rossi pochi istanti dopo essere sceso dal pullman che ha condotto la squadra fra le montagne dolomitiche, consapevole pure lui che sul suo futuro in maglia viola è ancora lunga la strada per essere pronunciata una parola definitiva. E chissà che la Fiorentina anche per cautelarsi da una possibile partenza di Rossi nel corso di questa estate non abbia deciso di portarsi avanti ufficializzando nelle ultime ore l’acquisto di Ianis Hagi, classe ’98 nativo di Instanbul, figlio del celebre Gheorge, stella del calcio rumeno. Da ieri il giocatore l’anno scorso protagonista nel Viitorul Costanza, dove nell’ultima stagione ha totalizzato 16 presenze e realizzato un gol, ha raggiunto Moena, rinfoltendo quel gruppo di talenti del settore giovanile gigliato che vede fra le sue fila anche un altro celebre figlio d’arte, Federico Chiesa, primogenito di Enrico, pure lui ex con un passato in maglia viola.