«I nostri ragazzi amano l’isola ma le famiglie anche per ottemperare all’obbligo scolastico sono costrette a spostarsi anticipatamente in continente procurando vere e proprie divisioni dei nuclei familiari e sostenendo notevoli spese valutabili nell’ordine di mille euro mensili». Dopo l’annuncio della protesta che vedrà i bambini del Giglio rimanere a casa se non verrà trovata una soluzione prima dell’inizio della scuola a seguito dei tagli al corpo docente e agli accorpamenti, i genitori di Isola del Giglio spiegano le motivazioni della loro scelta.
«I diciotto bambini della scuola secondaria di primo grado – raccontano – saranno accorpati in un’unica classe e il tempo pieno per gli alunni della scuola primaria sarà eliminato. Per noi è già penalizzante e oneroso trasferirsi prima dei 16 anni ed oggi lo è ancora di più per la grave crisi economica. Avevamo già fatto presente a giugno la situazione a cui saremmo andati incontro e chiedevamo risposte alle direzioni scolastiche mai arrivate. Tale situazione dovrebbe essere risolta e presa in considerazione dalle autorità scolastiche perché uno Stato senza istruzione andrà verso la distruzione. Essere pochi – concludono i genitori – non significa essere di seconda categoria, ma cercare di eccellere sia nell’insegnamento che nell’apprendimento».

Articolo precedenteIl meglio del rock emergente italiano sul palco di Acquaviva con i Guano Padano e Management del dolore postoperatorio
Articolo successivoLa “Quinta luce” di Praga a Firenze con la mostra di Vlastimil Kosvanec