Alle 13.30 i resti mortali della famiglia Del Giocondo hanno lasciato la tomba che da secoli li accoglie all’interno della Basilica della Santissima Annunziata a Firenze. I prelievi, iniziati alle 11 nella Cappella dei Martiri della Basilica della Santissima Annunziata, sono stati realizzati alla presenza del prof. Giorgio Gruppioni, responsabile del laboratorio di Antropologia ossea della Università di Bologna (sede di Ravenna), del prof. Antonio Moretti della Università dell’Aquila e dello staff scientifico del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali e Ambientali che ha svolto in modo autonomo la ricerca dei resti della Monna Lisa.
In viaggio verso l’Università di Bologna Custoditi in appositi contenitori raggiungeranno nella giornata di oggi il laboratorio di Antropologia ossea della Università di Bologna (sede di Ravenna), dove saranno sottoposti al procedimento per l’estrazione del Dna, per un duplice confronto. «In primo luogo – spiega Silvano Vinceti, responsabile del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali – il raffronto del patrimonio genetico farà luce sulla vera identità dei singoli resti prelevati dalla Basilica di Firenze. L’incrocio dei dati servirà per capire se nella tomba di famiglia si trovava anche il corpo di Lisa Gherardini. Si sa infatti che Monna Lisa, la modella usata da Leonardo per il suo celeberrimo quadro, fu sepolta in un primo tempo nel convento di Sant’Orsola che ospitava la figlia Marietta, divenuta suor Ludovica ma secondo una recente teoria basata su un documento del Seicento ritrovato nel convento – sottolinea Vinceti – non è escluso che successivamente il corpo di Lisa Gherardini sia stato ricomposto insieme a quello del marito e dei figli».
Alla prova del Carbonio 14 Finora si riteneva che la tomba di famiglia contenesse, oltre ai resti di Francesco del Giocondo (marito di Lisa Gherardini), anche le spoglie mortali del figlio Bartolomeo, avuto con la prima moglie, e quelle del figlio Piero, avuto da Monna Lisa. La seconda comparazione del Dna estratto dai resti finora custoditi nella basilica fiorentina riguarderà il raffronto con alcuni degli scheletri rinvenuti nell’ex monastero di Sant’Orsola che non è stato possibile sottoporre alla prova del Carbonio 14.