FIRENZE – Ridurre la produzione di rifiuti, spingere sul riuso, raggiungere l’obiettivo dell’80-85% di raccolta differenziata nel 2035, e quello del 65% di riciclo di materia.
Sono alcuni dei principali punti del piano regionale sui rifiuti citati dall’assessore toscano all’ambiente, Monia Monni durante la sua informativa in Consiglio della Toscana, svolta di fronte alla sola maggioranza dopo che le opposizioni hanno lasciato l’aula per protesta.
Tra i punti fermi del piano anche il no a nuovi termovalorizzatori e l’apertura di un avviso pubblico esplorativo per raccogliere manifestazioni di interesse alla realizzazione di impianti di riciclo e recupero sul territorio toscano. “Noi avviamo oggi la vera e propria elaborazione del Piano – ha detto Monni – che terrà conto delle indicazioni che esprimerà il Consiglio, e lavorerò per inviarvi la proposta prima della pausa estiva, in modo che possiate dare inizio all’iter di adozione e approvazione”. Il piano, ha aggiunto, punta a “recuperare quanta più materia possibile migliorando la raccolta differenziata, chiudendo il ciclo degli urbani e creando una vera e propria industria del riuso a forte regia pubblica, e lo fa partendo dal nuovo strumento dell’avviso pubblico”. La Toscana, attraverso l’aggiornamento del Piano regionale su rifiuti e bonifiche si prepara anche a recepire gli obiettivi delle nuove direttive europee.
Abbiamo lasciato l’aula perché si è verificato un fatto estremamente grave – ha poi spiegato il gruppo Fdi -. E’ stato chiesto il parere del segretario generale sulla pregiudiziale sull’articolo 48 dello Statuto, ovvero la Giunta ha sbagliato l’iter avviando formalmente il procedimento in maniera contestuale all’informativa inviata al Consiglio. Avrebbe dovuto, invece, aspettare che l’Assemblea consiliare, ricevuta l’informativa, desse gli indirizzi. Quando il segretario generale ci ha dato ragione ne abbiamo chiesto conto ma il Pd ha ritenuto di procedere a colpi di maggioranza sulla base di una delibera della Giunta fatta dal dirigente dell’ufficio Ambiente Edo Bernini”.
La Lega evidenzia invece “due aspetti focali: il primo, che lo stesso documento non recepisce gli indirizzi già votati all’unanimità dal Consiglio regionale, che prevedono, qualora indispensabili, anche la realizzazione di termovalorizzatori; oltre a ciò, il giudizio circa la legittimità del provvedimento è stato, poi, dato a firma di un dirigente, Edo Bernini, che dovrebbe essere sollevato dalle materie riguardanti i rifiuti e le autorizzazioni ambientali, dato che è tuttora sotto inchiesta”. Per Fi “la Giunta ha chiesto il voto di fiducia sul piano rifiuti. Tra le poltrone e la coerenza, noi abbiamo scelto la coerenza, per questo siamo usciti dall’aula; la maggioranza di Centrosinistra, invece, ha scelto le poltrone”. “In un solo colpo – sostiene il M5s – si è minata gravemente l’autonomia del Consiglio regionale rispetto alla Giunta, e facendo questo si è mancato di rispetto non solo alle opposizioni, ma all’intero consesso che rappresentiamo, quindi anche alla stessa maggioranza”. Per il gruppo Misto – Toscana Domani “la cosa più grave è che siamo in forte ritardo rispetto agli obiettivi della programmazione regionale”.