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FIRENZE – Agnese Girolamo, gip di Firenze, ha respinto la richiesta di archiviazione nel caso di Massimiliano, toscano di 44 anni affetto da sclerosi multipla.

Il giudica ha ordinato l’imputazione coatta per Marco Cappato, Chiara Lalli e Felicetta Maltese, accusati di “aiuto al suicidio” per aver accompagnato l’uomo in Svizzera. Il reato è punito con una pena da 5 a 12 anni.

La decisione della giudice evidenzia che, sebbene la Corte costituzionale abbia esteso l’interpretazione dei “trattamenti di sostegno vitale”, Massimiliano non rientra in questa categoria poiché non era mantenuto in vita da trattamenti essenziali alla sua sopravvivenza immediata. Inoltre, la Corte ha sottolineato l’importanza di una valutazione effettuata da una struttura del sistema sanitario nazionale, rilevando che le analisi svolte in Svizzera non hanno valore equivalente a quelle italiane.

L’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato che il processo sarà affrontato per difendere il diritto di autodeterminazione di Massimiliano e di chi è in condizioni simili.

Marco Cappato ha aggiunto che la loro è stata un’azione di disobbedienza civile, evidenziando la responsabilità assunta e la volontà di lottare per il diritto alla libera scelta di fine vita. Il prossimo 26 marzo si terrà un’udienza in Corte costituzionale su altri casi significativi simili, mentre il 27 marzo è prevista una riunione della Conferenza Stato-Regioni per discutere del tema del fine vita, spingendo per l’adozione delle regole approvate in Toscana a livello nazionale.

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