FIRENZE – “Le proposte arrivate sono state in tutto 39, di queste sono state ritenute pienamente rispondenti ai requisiti previsti 32. Queste proposte non sono un pacchetto chiuso ma l’avvio di un percorso di approfondimento e partecipazione delle tecnologie proposte, in cui il Consiglio sarà protagonista”.
Lo ha detto l’assessore toscano all’ambiente, Monia Monni, in una comunicazione al Consiglio regionale sulle proposte per la realizzazione di nuovi impianti di recupero e riciclo dei rifiuti.
“Delle sette restanti – ha spiegato -, due risultano coerenti dal punto di vista tecnico ma la documentazione presentata non è completa; due sono eccessivamente generiche; due non risultano coerenti con i requisiti tecnici previsti dall’avviso; una è pervenuta in ritardo e pur risultando coerente con le indicazioni è priva di documentazione”. Monni ha sottolineato che “l’avviso pubblico in una Regione che ancora oggi ricorre per il 34% al sistema delle discariche nello smaltimento dei rifiuti urbani, ci mette nella condizione di affrontare la pianificazione regionale con elementi di concretezza senza i quali sarebbe impossibile centrare gli obiettivi di economia circolare che vogliamo raggiungere nella nuova pianificazione”. L’assessore ha poi spiegato che il peso degli impianti sulla tariffa “sarà unicamente determinato dalle quantità avviate a trattamento nei singoli impianti, il cui costo al cancello sarà definito dal regolatore pubblico”. A detta di Monni la politica “ha il dovere di guardare al sistema tariffario nel medio-lungo periodo. Se ancora oggi rimangono le discariche le destinazioni economicamente più vantaggiose, questo non potrà essere in futuro perché il mancato raggiungimento degli obiettivi europei, nonché meccanismi incentivanti/disincentivanti, apriranno lo spazio a possibili procedure di infrazione e ad un aumento dei prezzi di conferimento al cancello. La nostra transizione verso gli impianti di economia circolare renderà necessario il ricorso temporaneo al sistema delle discariche, ma l’obiettivo è chiaro e va nella direzione di orientarci verso i trattamenti ambientalmente più compatibili e sostenibili anche sotto il profilo economico”.