“A SUD: Il nuovo teatro!” è la serata di venerdì 21 febbraio che il Teatro delle Arti di Lastra Signa (Firenze) dedicata alle giovani compagnie dell’Italia meridionale: appuntamento doppio che vede in scena Nastro di Möbius con “U figghiu” (vincitore Teatri del Sacro 2019) e “Mamma. Piccole tragedie minimali” di Castello di Sancio Panza.
Lo spettacolo Scritto e diretto da Saverio Tavano, “U figghiu” ci porta in un piccolo paese: è il giorno di Pasqua, è sera, e tutta la gente borbotta: “Hanno rubato la corona di spine dalla statua della Passione di Cristo!”. L’ha rubata Saro, il figlio di Nino e Concetta. Saro è un ragazzo schizofrenico, si è serrato in casa lasciando fuori anche i propri genitori, si è appropriato della corona di spine, convinto di essere egli stesso la reincarnazione di Gesù Cristo. Nino e Concetta aspettano dinanzi il portone, attraverso il loro dialogo si entra nel loro mondo, fatto di sacrifici, abnegazioni, sopportazioni, soprattutto da parte della madre Concetta che nonostante il dolore dato dall’ipocrisia e dal giudizio della gente del paese, sostiene con amore misericordioso la purezza, quasi divina, che risiede nella follia del figlio, con un’accettazione che solo una madre può avere. Con Anna Maria De Luca, Francesco Gallelli, Fabrizio Pugliese. Collaborazione artistica Ginio Gallo.
“Mamma. Piccole tragedie minimali” A seguire (ore 22) “Mamma. Piccole tragedie minimali”, di Annibale Ruccello, regia di Roberto Bonaventura, con Gianluca Cesale: quattro brevi atti unici, quattro donne diverse, di nome Maria, e un attore, da solo, a interpretarle. La lingua parlata dai personaggi di Ruccello, spesso appartenenti alle classi che vivono ai margini sociali, ha un fascino particolare, animato dalla schiettezza del dialetto e dalla parodia dell’italiano televisivo, e racconta piccole tragedie del quotidiano, squallide realtà vissute senza la capacità di scegliere, capire, cambiare. Al centro di tutto è il sentimento di madre che, in un crescendo di follia, assume caratteri inquietanti e violenti in un contesto di apparente comicità che scivola nel grottesco.