“University” e “Eagle”. Sono questi i nomi delle due operazioni condotte dai Carabinieri di Arezzo – Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri e dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Arezzo – che questa mattina hanno smascherato i protagonisti dello spaccio in città e provincia. Per non litigare, le due fazioni criminali più forti, di origine nord africana e di origine albanese, si erano divise Arezzo quartiere dopo quartiere, arrivando ad accaparrarsi anche una grande fetta del Valdarno. Quattro gli arresti in flagranza di reato per spaccio di sostanze stupefacenti, mentre altre nove persone, tutte straniere, sono state condotte nel carcere di Sollicciano (Firenze) e San Benedetto (Arezzo ) con un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Arezzo Piergiorgio Ponticelli, su richiesta del Sostituto Procuratore Marco Dioni. Denunciati anche 245 assuntori che sono in gran parte ragazzi, studenti e minori di ogni estrazione sociale.
La cassaforte degli stupefacenti L’operazione University era partita nel 2014, a seguito della morte violenta di un senzatetto nel famigerato Parco del Pionta che ospita anche il Campus Universitario della città. Il centro dello spaccio si svolgeva proprio lì: dentro il Parco del Pionta e a Campo di Marte, dietro la stazione. Tramite un sistema collaudato di vedette, gli spacciatori operavano su appuntamento telefonico muovendosi sempre in gruppetti di due o tre persone. Il Parco si era trasformato in una specie di cassaforte per stupefacenti: gli spacciatori infatti nascondevano gran parte della merce dentro i tronchi degli alberi o sotto i sassi, o addirittura sotto terra. La merce proveniva dal casertano, dove gli spacciatori, grazie ad alcuni connazionali, si rifornivano. La sostanza veniva venduta al dettaglio al prezzo di 100 euro al grammo; nel corso delle attività sono state sequestrate oltre 200 dosi, per un totale di 153 grammi e più di 10mila euro in contanti divisi in mazzette di piccolo taglio.
A Ponte alla Chiassa la casa dello spaccio Grazie all’operazione Eagle i Carabinieri hanno scoperto a Ponte alla Chiassa una casa trasformata in centro di deposito e vendita diretta di stupefacenti. Due cittadini albanesi, un 27enne e la sua convivente 22enne, prelevavano la sostanza purissima, la confezionavano e rifornivano con cocaina e hashish molti giovani della provincia. Da un po’ di tempo a questa parte erano diventati un punto di riferimento per i piccoli spacciatori della zona, che l’acquistavano per poi rivenderla localmente con piccole percentuali di guadagno. Al momento della perquisizione i Carabinieri hanno trovato 100 grammi di cocaina purissima, 50 grammi di hashish, 6.550 euro in contanti, un bilancino di precisione e telefoni cellulari di comodo, per essere contattati dai clienti.