Sono poco più di 430.000 i cittadini stranieri presenti in Toscana, mentre i richiedenti asilo e rifugiati sono circa 20.000, ovvero il 3 per mille dell’intera popolazione residente. Sono queste alcune delle cifre su presenza e ruolo degli stranieri nella nostra regione rese note nel corso di un convegno che si è svolto presso la Facoltà di architettura e nel complesso delle Murate a Firenze, organizzato da Regione e Anci Toscana e dedicato a ‘Mediazione interculturale e cittadini migranti: una nuova figura professionale per una società in trasformazione’.
I datori di lavoro non italiani sono almeno 37mila Se i 20.000 nuovi arrivati rappresentano soltanto il 3 per mille dell’intera popolazione, sono 90.000 gli stranieri che lavorano in aziende attive in Toscana. E oltre 30.000 sono quelli che si sono rivolti ad uno dei numerosi Centri per l’impiego, nell’intento di trovare un lavoro. I datori di lavoro non italiani in Toscana sono almeno 37.000. Tante sono infatti le aziende attive in regione che hanno uno straniero ocome titolare. Sul fronte dell’utilizzo dei servizi, 55.000 bambini e giovani frequentano le scuole toscane di ogni ordine e grado e sono oltre 33.000 ogni anno gli stranieri che fanno ricorso alle strutture del servizio sanitario regionale. Si calcola poi che i lavoratori domestici stranieri (colf, badanti) siano circa 57.000.
Il ruolo del mediatore interculturale Sempre durante il convegno di Firenze si è parlato della nascita di una nuova figura professionale, legalmente riconosciuta, con una qualifica valida a livello nazionale e non più soltanto regionale: è il mediatore interculturale, chiamato a ‘fare da ponte’ tra le decine di migliaia di cittadini stranieri presenti in Toscana e la realtà di tutti i giorni, a partire dalla scuola, per arrivare ai servizi per l’impiego, a quelli sanitari e ad altri. «Siamo bombardati – ha spiegato l’assessore regionale Vittorio Bugli – da una rappresentazione che dipinge la presenza degli stranieri come il problema più grosso che abbiamo. Non è così. Pensate infatti cosa accadrebbe se improvvisamente gli stranieri lasciassero la Toscana. Riusciremmo a sopravvivere in una realtà che invecchia sempre di più e in cui il 25% della popolazione ha più di 65 anni?». Bugli ha invitato quindi a governare, senza sottovalutazioni, ma serenamente, questa presenza, visto che «non possiamo aver paura di chi vive e lavora in Toscana» e che «i 20.000 richiedenti asilo rappresentano il 3 per mille dell’intera popolazione regionale. Siamo qui – ha aggiunto l’assessore Bugli – per affermare che lavorare in questo sistema complesso è possibile e sono convinto che se riusciremo a costruire dei percorsi di serenità, le cose si sistemeranno, nonostante il brutto clima che si sta alimentando nel Paese. Per questo la Regione prevede un rafforzamento dei servizi di mediazione culturale, la messa a sistema dei vari servizi offerti e un aumento delle risorse economiche dedicate a queste politiche».