L'entusiasmo degli studenti che vogliono un Italia libera dalle mafie e dalla criminalità organizzata ha vinto sul maltempo. Sono salpate infatti, ieri mercoledì 22 maggio dopo qualche incertezza dovuta alle cattive condizioni meteo, dai porti di Napoli e Civitavecchia le due 'Navi della legalità' per giungere questa mattina al porto di Palermo (leggi).
 
Diario di bordo La sveglia sulla nave della legalità suona quando sono ancora le sei e fuori l'alba ha appena fatto capolino sulla città di Palermo, il cui skyline segna in maniera inconfondibile l'orizzonte. Una vedetta della Capitaneria di Porto scorta l'ingresso della nave fino alla banchina, mentre gli studenti si svegliano lentamente e raggiungono i rispettivi punti d'incontro per prepararsi allo sbarco.  Una grande folla di giovani palermitani ha accolto i circa 3 mila tra studenti e professori accompagnatori giunti a bordo delle due navi.
 
Il saluto del presidente del Senato Grasso «Abbiamo vinto la sfida del meteo, siamo qui insieme a voi». Il presidente del Senato Pietro Grasso ha salutato così gli studenti che hanno accolto con uno sventolio di bandierine tricolore e con le note dell'Inno di Mameli i coetanei arrivati da tutta Italia nel capoluogo siciliano per il 21/mo anniversario delle stragi di Capaci e di via D'Amelio.
 
23 maggio 1992, una lezione di coraggio Sul palco dopo di lui ha preso la parola anche Don Ciotti imbarcato sulla Nave proveniente da Napoli per esortare tutti a tenere viva la memoria dei due magistrati e di tutte le vittime della mafia: «Il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Se non sentiamo che quel tritolo ha ucciso anche noi, allora la memoria diventa solo celebrazioni e retorica. Queste morti graffiano dentro le nostre coscienze e ci costringono a fare di più. Tutti – ha detto Don Ciotti – Il 23 maggio è una lezione di vita e di coraggio, una lezione di cui non conosciamo ancora tutte le verità. In Italia, purtroppo, non c'è una strage di cui si conosca a pieno la verità». 
 
L’emozione di Maria Falcone «La scuola italiana c'e' – ha detto invece il ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza -. Ed ha bisogno del Governo, delle istituzioni, di stringersi intorno a questo Stato perché come vedete i ragazzi sanno dire la loro quando sono incoraggiati». Emozionata Maria Falcone che ha salutato i ragazzi dicendo: «Vedervi così tanti qua a Palermo è un onore ed una grande commozione. Siete uno splendido esercito di legalità».