La cernia TinaAllarme bracconieri nel mare del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. A lanciarlo è Legambiente Toscana che, in una nota, condanna con forza l’ennesimo atto di bracconaggio che ha provocato lo sterminio di 11 cernie a Cerniopoli, il paradiso dei sub nell’isola di Capraia. «L’assalto dei bracconieri a Cerniopoli è un crimine contro l’ambiente, la biodiversità e l’economia di un’isola – dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana e consigliere ambientalista del Parco Nazionale  – E’ un atto scellerato contro la bellezza e l’unicità del nostro mare e bisogna fare di tutto per individuare chi lo ha compiuto. Sterminare e poi far sparire 11 grandi cernie non può passare inosservato e chiediamo che chiunque sa qualcosa si rivolga alle forze dell’ordine e al Parco Nazionale per denunciare questi criminali. Uno scempio del genere non può passare impunito».

«Vergognoso che non ci sia ancora l’area marina protetta» Legambiente, come Parco Nazionale e Comune di Capraia, chiede che sia al più presto approvata la nuova zonizzazione, ma fa anche notare che «La strage della magnifiche cernie di Capraia rende ancora più vergognoso che non sia stata ancora istituita l’Area marina protetta prevista dal lontanissimo 1982 e confermata da tutte le leggi successive e negli accordi europei ed internazionali sottoscritti dall’Italia. Le miopi opposizioni localistiche, sempre tollerate dai vari governi succedutisi in 33 anni, hanno impedito di realizzare quella grande area marina protetta della quale l’Arcipelago Toscano ha bisogno e di darsi regole e strutture per impedire che i bracconieri del mare continuano a fare stragi, danneggiando il turismo subacqueo e i pescatori onesti».