«Non sentivo la Fiesole intonare un coro per un allenatore dai tempi di Prandelli». È forse questa la frase (scritta sui social) che colpisce maggiormente dopo il rotondo 4-1 della Fiorentina sul Cagliari che proietta i viola al quarto posto in classifica a sole due lunghezze di distanza dal Napoli e dal terzo gradino che significa Champion’s League. È in effetti dai tempi in cui l’attuale ct della Nazionale sedeva sulla panchina viola che l’inno della massima competizione calcistica per club del continente non riecheggia sulle rive dell’Arno. E quindi, dopo aver “dato a Cesare quel che è di Cesare”, adesso è arrivato il momento di “dare a Vincenzo quel che è di Vincenzo” perché, se Firenze è tornata oggi a sognare la Champion’s, gran parte dei meriti vanno a mister Montella.
Un Aeroplanino per sognare Poche parole, schivo alle telecamere, pacato nelle esultanze. Montella è un allenatore che ha uno stile british, unito a una grandissima etica e professionalità nel lavoro. Chissà cosa staranno pensando adesso a Roma per aver lasciato scappare un tecnico che con le giovanili giallorosse aveva fatto benissimo, dominando un campionato Allievi e facendo di conseguenza spiccare il volo a tutta una serie di giovani talenti che si sono confermati l’anno successivo in Primavera e che oggi stanno muovendo i primi passi, con grande rispetto e credenziali, nel “calcio dei grandi”. La “Magica” ha preferito affidarsi ad allenatori mediaticamente più presenti e animati: prima Luis Enrique, poi Zeman. Montella invece parla poco, non lancia frecciatine a colleghi e dirigenze avversarie, non cerca lo scontro mediatico ma ha una grande virtù: lavora molto. La nuovissima Fiorentina che ha a disposizione è già una squadra che gioca a memoria e, se Prandelli ha allenato la Viola più vincente degli ultimi 10 anni, l’Aeroplanino ha il merito di guidare la squadra che nella stagione in corso sta esprimendo il miglior calcio in assoluto. Non una cosa di poco conto se si pensa che siamo a novembre. Avvalorata ancor di più se si pensa com’è finta la stagione scorsa. Vogliamo usare una frase fatta ed una battuta abbastanza scontata: «Con Montella si vola». E i sogni viola stanno viaggiando veramente ad alta quota. Del resto con lo stile di gioco che l’Aeroplanino ha dato al suo collettivo non potrebbe essere altrimenti. E poi inseguire certi sogni è lecito e, se vogliamo, anche doveroso. Stiamo parlando di ambizioni importanti: è il perseguire certe imprese sportive che rende il calcio lo sport più amato al mondo. Da non sottovalutare anche l’impresa, già portata a compimento da Montella, di essere entrato nei cuori di una piazza esigente, partecipe e presente come Firenze. Un’altra frase fatta: «Chi ben inizia è a metà dell’opera». State certi, i proclami dell’Aeroplanino di «restare con i piedi per terra» non rappresentano una falsa professione di modestia. Sono le istruzioni d’uso per volare ancora più alto, per inseguire un sogno.