Non si ferma la battaglia della piccola Matilde e dei suoi genitori contro burocrazia e sistema sanitario per vedersi riconosciuto quel diritto fondamentale alla tutela della salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Circa un mese fa ci occupammo della bambina dai grandi occhi marroni che vive a Colle Val d’Elsa (Siena), affetta dalla nascita da tetraplegia spastica, microcrania acquisita, grave ritardo mentale ed epilessia in seguito a errori commessi dai medici durante il parto (leggi). Matilde necessita di cure altamente specializzate a base di terapia fisica intensiva e ossigenoterapia consigliate dalla neuropsichiatra infantile dell’Usl 7 di Siena che, per il primo ciclo sono state coperte finanziariamente e secondo normativa di legge proprio dall’azienda sanitaria locale, ma la stessa Usl7 ha fatto poi un passo indietro sui restanti due cicli da effettuare, esattamente come il primo, in una clinica specializzata della Florida indicando come più idoneo il Centro Cemis di Massa.  Inizia a questo punto la battaglia legale di Matilde, dei suoi genitori e dell’avvocato difensore Mario Cicchetti contro la Usl7 di Siena per vedere riconosciuto il diritto alla salute. Le terapie, di cui ogni ciclo costa circa 70 mila euro, hanno portato, infatti,  evidenti benefici alla bambina come accertato dalla stessa azienda sanitaria oltre che dal Meyer di Firenze.

Udienza alla Corte d’Appello Una battaglia che ha visto scritta una nuova pagina proprio oggi con la prima udienza alla Corte di Appello di Firenze alla Sezione Lavoro dopo che il legale della famiglia aveva presentato un appello incidentale chiedendo al giudice di riconoscere il diritto della piccola e di annullare la sentenza di primo grado del Tribunale di Siena in cui il giudice aveva rigettato la domanda di risarcimento fatta dal legale difensore contro l’azienda sanitaria. Nell’appello presentato oggi a Firenze si chiede di «accertare e dichiarare il diritto della ricorrente a continuare il ciclo di cure mediche specialistiche presso il centro collegato Therapies4Kids – Hyperbaric Services of the Palm Beaches; dichiarare illegittimo e disapplicare il provvedimento emesso dall’Azienda Usl7 di Siena datato 14 gennaio 2011 che ha integralmente recepito il parere espresso dal Centro Regionale di Riferimento – Azienda Ospedaliera Pisana U.O. di Neurologia e Neurofisiopatologia Universitaria (il provvedimento con cui si è bloccato il prosieguo delle cure per la bambina ndr); condannare l’Azienda Usl 7 di Siena al rimborso in favore dei  ricorrenti delle spese dai medesimi anticipate per il secondo ciclo di cure ammontanti ad euro 55.446,54 da maggiorare degli interessi dai singoli pagamenti al saldo; respingere l’appello principale perché infondato in fatto ed in diritto e non provato».

Il Giudice si riserva Il Giudice Fausto Nisticò, consigliere relatore della prima sezione lavoro della Corte di Appello di Firenze, si è riservato trattenendo così la causa in decisione. Ma le buone notizie giudiziarie per la piccola Matilde arrivano dall’accoglimento da parte della stessa Corte di Appello, su richiesta del documento, presentato dopo il primo grado (aprile 2012), a firma della dottoressa Patrizia Calvelli, direttrice di Zona Alta Val d’Elsa dell’Azienda Usl 7, e datata 3 agosto 2012. La lettera rimanda infatti alla nota del Centro Regionale di Riferimento che, a firma del responsabile Ferdinando Sartucci, specifica: «Il centro di Massa non è accreditato per la patologia della bambina e quindi la prestazione dovrebbero essere pagata credo dalla famiglia e quindi rimborsata dall’Az. Usl 7; non vedo pertanto problemi per il relativo rimborso da parte della Asl che dovrebbe comunque essere effettuato indipendentemente da dove venga erogata la prestazione, ovvero se in territorio nazionale o all’estero».

La famiglia non si arrende Il tempo ora trascorrerà fino al pronunciamento della Corte d’Appello. Potrebbero volerci anni. Intanto la famiglia della piccola Matilde non cede alla lentezza burocratica, continua a lottare per la speranza  e a giugno volerà nuovamente in Florida, a proprie spese, per sottoporre la bambina al terzo  ciclo di cure.