Il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso contro il decreto del 12 luglio adottato dal Ministro della Salute di concerto con il Ministro della Politiche Agricole Alimentari e Forestali e con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare recante “Adozione delle misure d’urgenza si sensi dell’art. 54 del Regolamento CE n.178/2002 concernenti la coltivazione di varietà di mais geneticamente modificato MON 810”.
Il primo commento è stato quello del ministro Maurizio Martina (LEGGI)
CIA: Bene la sentenza del Tar. Salvaguardare la biodiversità dell’agricoltura italiana – La bocciatura del Tar del Lazio sul ricorso presentato contro la legittimità del decreto interministeriale che proibisce la semina di mais Mon810 è una buona notizia per l’agricoltura italiana. Ora il governo risolva in maniera definitiva la questione Ogm in Italia, procedendo al più presto all’attivazione della clausola della salvaguardia. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. La nostra posizione sugli Ogm non è ideologica -ricorda la Cia- ma scaturisce dalla consapevolezza che la loro introduzione può annullare la nostra idea di agricoltura e, quindi, il maggiore vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: qualità, tracciabilità, biodiversità, tipicità. La loro immissione sui nostri mercati metterebbe a rischio gli oltre 5.000 prodotti tipici che rappresentano la spina dorsale del “made in Italy” agroalimentare. Il “no” agli Ogm, tra l’altro, è condiviso da oltre il 70 per cento degli italiani -osserva la Cia- e diventa fondamentale a un anno da “Expo 2015”, dove l’Italia ha scelto di mostrarsi al mondo attraverso il cibo, nelle sue accezioni più diverse, ma tutte saldamente legate alla storia, alla cultura, alle tradizioni delle variegate realtà rurali. Da parte della Cia, comunque, non c’è un atteggiamento oscurantista né una preclusione nei confronti della ricerca -aggiunge la Confederazione-. Ma tutto deve essere fatto nel pieno rispetto del principio di precauzione e della tutela delle esigenze peculiari delle produzioni tipiche dei territori agricoli italiani.
CONFEURO: OGM, SENTENZA TAR SEGNO DELL’INCOERENZA DELLA LEGGE ITALIANA – La sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato il ricorso contro il decreto che proibisce la semina di mais biotech MON810 – dichiara il presidente nazionale della Confeuro Rocco Tiso – evidenzia ancora una volta il paradosso della legge italiana che da una parte permette l’importazione di Ogm (soprattutto dal continente americano) per i mangimi dei nostri allevamenti, mentre dall’altra ne impedisce totalmente la coltivazione sul suolo nostrano. Rispettiamo convintamente la decisione del tribunale – sottolinea Tiso – ma vorremmo porre l’attenzione su un tema come quello degli Ogm ampiamente dibattuto e spesso oggetto di controversie anche dettate dalla scarsa conoscenza specifica dell’argomento. Ribadiamo – continua Tiso – ancora una volta, come Confeuro, la nostra posizione non certo di appoggio incontrastato per le coltivazioni Ogm, ma riteniamo giusta la necessità di andare avanti con la ricerca e di abbandonare ogni retorica. Gli Ogm appunto – conclude Tiso – vengono regolarmente importati in Italia e non sembra utile continuare a far finta che questo non accada solo per poter contrapporre forme di ostruzionismo ancor prive di un appropriato fondamento scientifico.
OGM, M5S: “BENE LA SENTENZA: MARTINA ADESSO APPLICHI LA CLAUSOLA E CHIUDA OGNI SPIRAGLIO” – “Siamo felici di apprendere che i giudici del Tar Lazio hanno rigettato il ricorso contro il decreto interministeriale sugli Ogm. Ma non basta ancora”: è il commento dei deputati del Movimento 5 Stelle della Commissione Agricoltura alla sentenza che vieta la coltivazione di mais Mon 810 sul territorio italiano. Secondo il dispositivo della sentenza deve essere applicato il principio di precauzione, per le incertezze sulle conseguenze sulla salute e perché “sono state evidenziate le conseguenze negative per l’ambiente derivante dalla diffusione della coltura del mais Mon 810