FIRENZE – Arginare la perdita dei posti di lavoro causati dal costo dei canoni di locazione per le attività commerciali. A chiederlo, in una lettera indirizzata al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, sono i sindacati confederali e di categoria dei lavoratori e degli Iiquilini Cgil Cisl Uil, Filcams-Cgil Fisascat-Cisl Uiltucus, Sunia Sicet Uniat Unione Inquilini.

“Tra gli effetti dovuti al perdurare delle emergenze sanitaria, economica e sociale causate dalla pandemia da Covid-19, vi è quello dell’insostenibilità del costo dei canoni delle locazioni commerciali. – scrivono i sindacati – Tuttavia il Covid-19 ha contribuito ad accentuare le problematiche del fenomeno. Secondo alcune stime, già nel periodo pre-pandemia 2008-2019 nei comuni toscani sono scomparsi oltre il 30% delle attività commerciali esistenti con la conseguente chiusura dei battenti.

Le prospettive post fine del blocco dei licenziamenti sono estremamente preoccupanti. I centri storici delle nostre città d’arte, le zone periferiche, quelle industriali, le gallerie commerciali, sono i luoghi dove gli alti costi degli affitti si sono rivelati l’ostacolo più arduo da superare e che nel contempo ha causato una progressiva, inarrestabile emorragia del personale dipendente, proprio per cercare di ridurre i costi fissi complessivi”.

“A fronte dell’emergenza sanitaria il Governo ha messo in campo strumenti straordinari per cercare di arginare la situazione e gli effetti sul sistema economico e sociale a sostegno delle imprese maggiormente colpite dalle ricorrenti chiusure forzate, quali il ‘bonus sostegno affitto’, il credito d’imposta sulle locazioni, il blocco delle esecuzioni di sfratto. Questi provvedimenti non sono riusciti in alcun modo a frenare le chiusure delle saracinesche, anche a causa della reiterata indisponibilità di mitigare i costi fissi dei canoni di locazione da parte della gran parte dei proprietari dei fondi, soprattutto nelle aree urbane ad alta vocazione turistica”, aggiungono.

Cgil, Cisl, Uil, Filcams, Fisascat, Uiltucs, Sunia, Siete, Uniat e Unione Inquilini della Toscana chiedono interventi urgenti e mirati a sostegno delle attività commerciali, artigiane, della piccola impresa, senza i quali, dicono i sindacati, “non potranno efficacemente risollevarsi e ritornare ad assumere e la  desertificazione nei grandi e piccoli centri urbani non si fermerà, continuando a produrre conseguenze gravissime anche in termini di perdita di identità, di qualità degli insediamenti produttivi, di luoghi di ritrovo, di socialità per le comunità, di degrado, di riduzione della sicurezza dei cittadini.

L’esperienza, ormai pluriennale, dell’applicazione del cosiddetto “canale concordato” previsto dall’art 2 comma 3 della Legge 431/98 agli immobili privati concessi in locazione, sia ad uso di abitazione principale, sia per motivi di studio, sia per motivi transitori, ha dimostrato che la concessione da parte del Governo e da parte degli Enti locali di agevolazioni fiscali mirate ai proprietari a fronte di una riduzione consistente dei canoni di locazione così come definiti e quantificati  da specifici accordi territoriali tra le associazioni della proprietà e sindacati degli inquilini ha apportato reali benefici ad entrambe le parti in causa”.

“E’ giunto il momento di provare a sperimentare un sistema di canoni equi, concordati e sostenibili analogo a quello per la quantificazione delle locazioni ad uso  abitativo – è l’appello dei sindacati -, anche in assenza di una auspicabile e più ampia revisione della normativa di riferimento, degli incentivi fiscali di supporto nonché delle misure disincentivanti il ricorso al canone libero sotto il profilo urbanistico, delle imposte e dei tributi,  da parte di Governo e Parlamento. L’insieme di questi strumenti legislativi e di governo del fenomeno messi in atto dalla politica, uniti alla capacità di contrattazione esercitata dagli organismi di rappresentanza, garantirebbero un rilancio del mercato delle locazioni ad uso commerciale sostenibile e volano di un rinnovato sviluppo economico, sociale ed occupazionale”. 

I sindacati propongono alla Regione Toscana di “assumere l’impegno di convocare e presiedere un tavolo per proporre all’Anci, alle Organizzazioni della proprietà edilizia, degli inquilini, ai Sindacati dei lavoratori e a quelle produttive del settore dell’artigianato, del commercio, della piccola e media impresa l’adozione di un protocollo regionale utile a definire i criteri generali per la determinazione e la codificazione dei parametri di quantificazione dei canoni a livello locale, mettendoli a disposizione delle parti contraenti che, se accetteranno di conformarsi a tale soluzione, potranno così usufruire, in via esclusiva ai benefici fiscali o ad ulteriori garanzie e sostegni di altra natura messi in campo dagli Enti locali o da altre Istituzioni”.