Gli studenti all'esterno del Polo Mattioli

SIENA – La volontà è di andare avanti fino a quando non arriverà il risultato. Nello specifico un incontro con i rettori Roberto Di Pietra e Tomaso Montanari da tenersi mercoledì 15 maggio.

Atto terzo di quanto avvenuto nelle ultime settimane. Prima le accuse al ministro Anna Maria Bernini in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università per stranieri di Siena. Poi l’interruzione della riunione del Senato accademico dell’Università di Siena. Questa volta il luogo della protesta è il polo Mattioli. Una cinquantina quelli presenti all’esterno, accampati con le tende. Il motivi dell’ “acampada” in salsa senese è lo stesso che ha guidato altri atenei. “La fine dalla collaborazione con le istituzioni israeliane”, come hanno evidenziato i manifestanti.

“Le nostre richieste sono chiare e vengono portate avanti da mesi: pretendiamo che l’ateneo rescinda gli accordi con le istituzioni israeliane e le aziende che producono armi. Chiediamo che l’ateneo condanni l’aggressione d’Israele condotta nella striscia di Gaza e che incrementi ancora di più le misure a sostegno della Palestina”, ha sottolineato Samuele Picchianti, membro del Comitato Palestina Siena. In questa serie di propositi si inserisce anche il 15 maggio come data per avere risposte: giorno che rappresenta l’anniversario della Nakba: l’esodo palestinese avvenuto nel 1948, nel corso della prima guerra arabo-israeliana.

“Stiamo seguendo una protesta internazionale – ha aggiunto Francesca Parri, membro del Comitato -. Chiediamo all’Unisi e all’Unistrasi la rescissione degli accordi con le Università italiane ma anche con le aziende che sono complici del genocidio, come Leonardo ed Eni. Stiamo facendo un’intifada studentesca”.

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