«Dieci anni di Statuto Autonomo per la ricostruzione dell’Emilia Romagna dopo il sisma». È quando chiede Giulio Barbieri, imprenditore emiliano e titolare dell’omonima impresa specializzata per la costruzione e l’allestimento di strutture modulari in alluminio, gazebo e tunnel estensibili che ha sede a Poggio Renatico, in provincia di Ferrara, a pochi chilometri di distanza dalle zone dell’Emilia-Romagna maggiormente colpite dal terremoto. Giulio Barbieri ha deciso di acquistare un inserto pubblicitario sul Qn (Resto del Carlino, Nazione e Giorno) e su Libero per dare spazio ad un suo manifesto in cui fa sentire la sue voce, e quella di molte altre persone, afflitte dai recenti terremoti, arrabbiati per quelle che sono state le risposte governative e statali al sisma (leggi).
Nelle terre colpite dal sisma «Viviamo in uno stato di precarietà assoluta – racconta Barbieri in esclusiva ad agenziaimpress.it -. I paesi sono recintati, la polizia fa la ronda e impedisce alle persone di entrarvi ma al contempo i furti e gli sciacallaggii nelle abitazioni sono aumentati. Nelle tendopoli si vive a stretto contatto con gli extracomunitari con tutti i disagi che questo può comportare. Chi vuole un minimo di privacy in più prova ad affittare tende e roulotte il cui affitto però si attesta su cifre esorbitanti in questo momento. Si è persa la quotidianità, la situazione è surreale. E in tutto questo lo Stato non dice o fa nulla. I rappresentati dei sindacati e delle associazioni di categoria, insieme ai politici, arrivano nei luoghi del sisma, fanno una foto, un po’ di riprese per le tv e se ne vanno. Sono operazioni di pura facciata e dubito che possano arrivare risposte differenti visto come sono stati gestiti i precedenti terremoti. L’Italia è un Paese formale, non sostanziale».
Al di là dell’emergenza, quello che imputate a Stato e Governo sono state le risposte che sono arrivate?
«Gli emiliani si sentono abbandonati. L’emergenza è stata gestita male anche perché si è provveduto solo all’allestimento di campi per gli sfollati. In compenso si è aumentata l’accisa sulla benzina che rappresenta un problema indicibile per le piccole comunità che si devono spostare di 30 chilometri per recarsi a fare la spesa e cercare beni di prima necessità. A settembre, quando si tornerà a pagare le tasse, arriverà anche l’Imu per chi una casa non ce l’ha più. Insomma, oltre al danno la beffa. È una situazione veramente paradossale e ridicola. Lo Stato e il Governo non possono rispondere così ad una Regione che contribuisce per circa il 10% al Pil nazionale. È per questo che ho invocato i dieci anni di Statuto Autonomo per l’Emilia Romagna, in modo tale che le risorse e le ricchezze prodotte nel territorio siano investite in queste zone che hanno bisogno adesso di grande vicinanza da parte delle istituzioni». Temi caldi e parole forti che domani saranno centrali anche in una lettera aperta che Giulio Barbieri farà nuovamente pubblicare sui giornali: il destinatario è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel giorno della sua visita alle zone colpite dal sisma (leggi).
Perché una pagina pubblicitaria sui giornali?
«Non è la prima volta che acquisto una pagina pubblicitaria sul giornale. Credo che ogni cittadino abbia il diritto e il dovere di far sentire la propria voce e il proprio pensiero. L’opinione pubblica oggi fa la differenza. In Emilia stiamo vivendo in terremoto in maniera drammatica, soprattutto a livello psicologico. E in questo contesto sta crescendo una forte sfiducia nelle istituzioni, l’unico modo per rispondere a tutto ciò è far sentire la propria voce».
Quali gli atteggiamenti che l’hanno spinta ad un intervento pubblico?
«La manifestazione a Roma del 2 giugno per la Festa della Repubblica, la sospensione delle tasse fino a settembre: sono solo delle prese in giro. L’emergenza è stata gestita male, malissimo. La mia azienda si è mossa per portare delle strutture agli sfollati del sisma ed abbiamo trovato una situazione veramente drammatica. Non è un problema arrivare a settembre senza tasse. Il domani è il vero problema, è l’oggi. Il terremoto è sempre presente: è impossibile pensare a una ricostruzione adesso e nei prossimi tre mesi. Le scosse di terremoto vengono tutt’ora registrate».